Regia: Lee Unkrich, Adrian Molina

Genere: Educare i bambini alla morte

Tipologia: Animazione

Origine: Stati Uniti d’America

Anno: 2017

Trama: Miguel è un ragazzino con un grande sogno, quello di diventare un musicista. Peccato che nella sua famiglia la musica sia bandita da generazioni, da quando la trisavola Imelda fu abbandonata dal marito chitarrista e lasciata sola a crescere la piccola Coco, adesso anziana e inferma bisnonna di Miguel. Il giorno dei morti, però, stanco di sottostare a quel divieto, il dodicenne ruba una chitarra da una tomba e si ritrova a passare magicamente il ponte tra il mondo dei vivi e quello delle anime.

Recensione: “Coco” è un film d’animazione della Pixar che tratta coraggiosamente il tema del lutto e della memoria dei defunti. Il protagonista della storia è Miguel, un bambino messicano, la cui famiglia è molto dedita alla celebrazione e al ricordo dei defunti. Il ricordo è un punto chiave di tutta la storia: l’esposizione delle fotografie dei defunti, fiori e cimeli, caratterizzano un vero e proprio luogo di culto in casa di Miguel, chi non viene ricordato sulla Terra e chi non ha almeno un parente che espone il proprio ritratto non è degno di vivere nell’ Aldilà. L’anima del papà di Coco sta per svanire definitivamente perché l’uomo fu ripudiato molto tempo fa dalla famiglia a causa delle sue scelte di vita: l’immagine del suo viso è stata strappata via dalla foto di famiglia ed è severamente vietato pronunciare il suo nome. Di conseguenza, al piccolo Miguel viene negata la possibilità di conoscere fino in fondo le proprie origini e così finisce per convincersi che il suo trisnonno sia il noto cantante messicano, Ernesto De La Cruz: con lui, infatti, condivide la passione per la musica e uno dei cimeli celati dalla famiglia è proprio una chitarra, che Miguel si accinge a suonare di nascosto. I segreti familiari non scompaiono nel nulla, tornano sempre. A Miguel è assolutamente vietato cantare e suonare, perché il trisnonno, il papà di Coco, abbandonò la famiglia per inseguire il successo nella musica. Al contempo, la famiglia insegna a Miguel che le proprie origini sono importanti e che i propri antenati ispirano il futuro degli eredi. Miguel ha le idee molto chiare, vuole diventare un musicista. Nel corso di una lite familiare a causa della rivelazione del sogno di Miguel, la prozia rompe la chitarra appartenuta al trisnonno. Miguel, intenzionato a esibirsi ad una fiera di paese per dimostrare a tutti il suo talento, deruba la chitarra che si trova nella cappella in cui è sepolto il noto cantante messicano Ernesto De La Cruz. Rubare ai morti è considerato un sacrilegio, Miguel viene scoperto e per punizione si ritrova catapultato nel mondo dei morti. L’unico modo per sciogliere la maledizione e tornare nella terra dei vivi è ricevere la benedizione di un suo antenato. L’impresa è piuttosto ardua, perché il trisnonno è malvisto tanto nel mondo dei vivi quanto in quello dei morti: il divieto di non pronunciare il suo nome e di non praticare la musica si estende anche nell’Aldilà. Miguel dovrà faticare a lungo prima di guadagnarsi la fiducia dei suoi avi.