Il focus su cui verte il webinar Pin Pin Korori pone in evidenza le problematiche relative alla morte al giorno d’oggi, prevalentemente in un’ottica giuridica. Problematiche che vengono risolte, in parte, dalla recente L.219/2017, legge che permette al soggetto, che si trova nell’ultima fase della vita, di scegliere le modalità più consone al suo “stile di vita” e al suo concetto di dignità per questo ultimo tratto.
Certo, come ogni legge non è perfetta, come ogni atto umano è lontano dalla perfezione, ma la perfezione fa forse parte della natura umana?
Due sono in particolare i fondamenti della legge: aver dato valore all’informazione del medico verso il paziente (anche minore) affinché quest’ultimo sia in grado di effettuare la scelta sanitaria, da lui giudicata migliore, attinente alla sua persona, comunicazione che ha avuto come esito la pianificazione delle cure, elemento questo che evidenzia ancora di più la partecipazione del paziente al progetto di cura.
Il secondo elemento caratterizzante questa legge innovativa si delinea nella figura delle Dat, ovvero quelle disposizioni attraverso le quali le persone possono esprimere la loro volontà in materia di trattamenti sanitari futuri, quando siano divenute incapaci di autodeterminarsi.
Nell’ambito del discorso, interesse particolare ha suscitato la posizione, non facile, del minore che deve essere informato secondo modalità comunicative consone alla sua età e la partecipazione dei genitori in tale delicato momento.
Come comportarsi qualora lo stesso richieda di morire? Quali mezzi esistono a disposizione per poterlo dissuadere da tale scelta quando è consapevole della sua condizione di malattia? In tali situazioni è indispensabile la presenza di una forte – e preparata – squadra di operatori sanitari in grado di interloquire sì con i genitori, ma, soprattutto, col minore stesso. Un momento che richiede un forte coinvolgimento emotivo unitamente all’utilizzo di tante potenzialità personali, ma che comunque non può prescindere dal tenere conto della volontà del minore.
Sempre in argomento è stato posto il quesito sulla difficoltà di arrivare ad una visione comune tra coloro che si professano a favore dell’eutanasia e coloro che vi si oppongono. Sebbene la verità stia sempre nel mezzo, e non sempre facile da individuare, è stata posta in luce sia la difficoltà, anche se disciplinata dalla L.538/1993, di accettare il criterio di morte regolato da tale legge, sia la difficoltà, in ordine all’inizio vita, della mancanza di una definizione certa – sia giuridica che scientifica – di embrione.
Il giuramento di Ippocrate ha fatto da corollario al tutto: viene rispettato o no? Può essere ritenuto ancora valido al giorno d’oggi? In argomento diviene impossibile non considerare il cammino fatto dall’evoluzione medico – scientifica nel corso degli anni – in particolar modo negli ultimi 50 -, unitamente all’allungamento della vita dell’uomo.
Siamo comunque costantemente alla ricerca di migliori modi di vivere la propria vita, secondo le proprie “regole”, modi che devono essere regolati da disposizioni legislative che si attaglino al continuo modificarsi degli stili di vita ed ai mutamenti comportamentali propri dell’essere umano.
Daniela Leban