Immagine: Maurizio Cattelan, Bidibidobidiboo (1996) – https://www.hoyesarte.com/artes-visuales/la-fundacion-sandretto-re-rebaudengo-aterriza-en-matadero-madrid_246901/
di Giordano Pariti
Un tavolo in formica, un lavello con sopra un accumulo di stoviglie sporche, un bicchiere, una sedia vuota: il classico interno di una cucina anni ‘50. Sul piano del tavolo è riverso il corpo esanime di un piccolo scoiattolo e, ai suoi piedi, una pistola.
Bidibidobidiboo (1996) – titolo dell’opera di Maurizio Cattelan – rimanda alla canzone cantata dalla fata madrina di Cenerentola; tuttavia, dell’innocenza del cartone disneyano, qui è rimasto ben poco.
Lo scoiattolo suicida giace sul tavolo con gli occhi ancora aperti. E’ possibile ipotizzare che abbia appena finito di bere qualcosa e poi il colpo fatale.
La scena suscita sensazioni contrastanti: da un lato, un ilare stupore dovuto all’irrealtà del fatto (uno scoiattolo non potrebbe mai suicidarsi, sparandosi con una pistola); dall’altro, l’empatia verso una desolante e misera tragedia.
Non conosciamo quanta autobiografia di Cattelan sia presente nell’opera, ma quello che di certo possiamo affermare è che lo sfortunato animaletto attiri su di sè tutti i potenziali fallimenti di una vita scevra di ogni possibile riscatto.
L’installazione adatta in scala tutti gli elementi della cucina alle dimensioni naturali dello scoiattolo tassidermizzato e nelle presentazioni viene spesso collocata al piano del pavimento, costringendo lo spettatore a chinarsi per poterla osservare.
Ponendo l’opera in basso, l’artista ci obbliga a una ridefinizione delle nostre ancestrali categorie; ci conduce nei processi psichici di un naufragio esistenziale, annientando il confine tra desiderio e realtà, tra immaginazione e sconcertante verità.
Bidibidobidiboo non è una celebrità come i suoi corrispettivi disneyani (Cip & Ciop). E’ uno scoiattolo comune che vive in un ambiente angusto, povero. È solo, senza nessuno che gli abbia impedito di compiere il suo gesto estremo.
È forse il declino di una vita che avrebbe voluto altro per sè, oppure è la fine di amore, di un insopportabile dolore. L’unica certezza è che in questo caso nessuna formula magica ha potuto sovvertire l’infausto destino a cui lo scoiattolo è stato condannato.
Bidibidobidiboo è lo sgretolamento del sogno di una vita che non ha più nessun incantesimo da giocare oppure, ancora più crudamente, il disincanto di una fanciullezza che nemmeno una amorevole e provetta maga ha potuto riabilitare o salvare.
In definitiva, esso è esattamente ciò che arresta tutto, mentre tutto sarebbe potuto cambiare; è il disincanto senza speranza, il buio. In altre parole: la morte.
di Giordano Pariti – Artista, vive e opera in Salento