Testo Håkon Øvreås

Illustrazioni Øyvind Torseter

Edizioni Giunti, 2020 (prima edizione 2013)

Continuiamo il nostro breve cammino tra le storie che affrontano il rapporto tra morte e nonn* con un racconto scritto e illustrato da due pluripremiati autori del nord Europa.

E’ proprio vero che “la morte verrà all’improvviso”, come Aaron scoprì in tenera età.

Aaron stava spiegando alla zia che all’esemplare di halibut, grande famiglia di pesci, appena servito a cena preferiva di gran lunga le haribo, altra grande famiglia ma di caramelle, quando arrivò il padre.

Fu allora che (il padre ndr) glielo disse. Che il nonno era morto.

<< Ah>> rispose Aaron mettendosi la giacca. Si sedette in macchina e cominciò a grattare un adesivo dal cruscotto. Papà si mise subito al posto di guida e inserì la chiave nel blocchetto d’accensione, ma non la girò.

<< Tutto a posto?>> chiese.

<< Tutto bene>> rispose Aaron, con gli occhi fissi sulle macchie bianche lasciate dall’adesivo.

Papà mise in moto e lo riportò a casa.

Siamo così catapultati nel quotidiano del ragazzino. Perché la vita, è banale dirlo, prosegue con le sue incombenze e priorità, ed il ricordo del nonno, la sua elaborazione, si intersecano con il normale esistere.

Per Aaron il problema principale sono tre ragazzi più grandi di lui che hanno deciso di prenderlo di mira. Una notte però il ragazzo, stanco delle malefatte, decide che non può continuare a subire. Recupera della vernice, dei pantaloni, una maglia ed un tappeto tutti marroni, li mette insieme e

Aaron sgattaiolò in bagno per guardarsi allo specchio, Ed eccolo lì: Aaron X il super eroe. Dietro il costume marrone il cuore gli batteva all’impazzata. Non era più soltanto Aaron. Dallo sportello dell’armadio pendeva una cintura marrone della mamma, una vera cintura da supereroe. Ora sì che era pronto all’azione.

Inizia così un’esilarante guerra tra i tre giovani teppisti ed il nostro protagonista, coadiuvato da Neri e Luisa, suoi nuovi amici, che andranno a costituire un vero e proprio gruppo di vendicatori mascherati.

Le azioni sono intervallate da brevi momenti in cui Aaron incontra lo spirito del nonno morto.

Sotto gli alberi era buio pesto, ma Aaron X non aveva paura. I supereroi non hanno paura del buio, pensava mentre attraversava a grandi balzi il bosco oscuro. Non lontano da casa, nel punto in cui il sentiero immetteva sulla strada, c’era un grande masso su cui Aaron si arrampicava spesso. C’era qualcuno seduto sopra. Quando se ne accorse, Aaron X ebbe un sussulto, ma ormai era troppo vicino per poter fuggire senza essere visto.

Era un vecchio.

<< Ciao Aaron>> disse l’uomo. Sei in giro a fare commissioni, vedo>>.

Aaron si avvicinò.

<< Nonno, sei tu?>>.

<< Si, certo che sono io. Mi sto godendo questa notte estiva.>>

<< Ma…non sei morto?>>

<< Si, certo>> rispose il nonno.

<< Allora come fai a stare qui?>>

<< Pensa per te>> ribatté il nonno. << Tu non sei a letto a dormire?>>

<< Ehm… sì.>> disse Aaron esitante. << Ma è Aaron che dorme. Io sono Aaron X>>.

Il nonno annuì ridendo e disse: << Capisco. Allora è nonno che è morto. Io sono Nonno X>>.

Aaron ridacchiò.

(…)

<< Ti vedrò di nuovo, nonno?>>

<< Ovvio. Vengo spessissimo a sedermi in questo posto, perché da qui vedo casa tua e al tempo stesso il lago. Così posso pensare a quando andavo a pesca. Ti ho mai raccontato di quella volta che ho preso un luccio gigantesco, grande quasi quanto la mia braca?>>

<< no>> mentì Aaron X. << Non me l’hai mai raccontato>>.

Il nonno sembra essere l’unico capace di vedere il nipote nelle sue difficoltà reali, ad approfondire andando al di là di una prima risposta, a stargli vicino nelle sue scelte.

Ne è un esempio il dialogo tra il padre ed il figlio precedentemente citato, in cui l’adulto si ferma e “crede” alle risposte evasive del ragazzino. Un copione che si ripresenterà successivamente tra i genitori ed Aaron, in un alternarsi di situazioni esilaranti e tragi-comiche.

Un nonno-spirito con cui il nipote si confida, trova vicinanza ed un’immediata sintonia come quando era in vita. Che vede, o vuole vedere, realmente. Ma anche uno spazio protetto del ricordo che si fa presente. Non siamo davanti ad un pensiero continuo rivolto al nonno. Bensì un comparire nei momenti più inaspettati in cui un elemento, una sensazione, una necessità, si fanno ricordo inconsapevole che fa scaturire il dialogo. In cui anche gli oggetti del nonno, come nel finale, risultano essere una piccola eredità che nelle mani del nipote prendono un’altra forma.

Le illustrazioni di Øyvind Torseter riescono a conferire il tocco di realtà che gli incontri hanno per il protagonista. Soggetti a tutto tondo, come questi ricordi, in cui sono sempre presenti sfumature comiche, ironiche, ma anche di nostalgia e senso di mancanza. In un equilibrio difficile da tenere Aaron X ci accompagna dentro un’avventura in cui compare, anche, la morte. Senza renderla tema assoluto, ma raccontandoci prima di tutto con gli occhi dell’infanzia come la vita possa e debba continuare.

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