Di recente è capitato che alcuni giovani che conosco, più d’uno, di età assai diverse, indipendentemente l’uno dall’altro hanno scelto la via dell’agricoltura e/o dell’allevamento. Con vera passione, con rispetto. È un fatto che mi sconcerta e che mi rassicura, mi infonde speranza. È un ruolo indispensabile ma è una vita dura che di certo non promette facili guadagni. Le forze che detengono l’egemonia culturale, il potere reale, decisamente non sono dalla parte dei produttori locali.
Io, che sono nato da contadini, ricordo molto chiaramente il senso di inettitudine, di incapacità di sopportare tanto sacrificio che Wendell Berry fa trasparire così vivi nelle poesie che seguono. La certezza matematica di non essere all’altezza, di non poter mai essere all’altezza. E anche la grazia di cui si parla, l’esercizio della conoscenza quando sta nelle membra, quando la fatica diventa una danza con la terra. Questo non l’ho sperimentato ma ho avuto il dono di vederlo all’opera da bambino. Ho scelto queste poesie per rendere onore a questi ragazzi, alle donne e agli uomini che mostrano oggi questo coraggio, questa forza d’animo (che mi viene da definire: adulta. Esserci quando si tratta di cose serie. L’acqua, il pane).
Penso che abbiamo un debito verso di loro. Penso che per il nostro bene sia bene che tutto vada loro per il meglio. Il cielo sia propizio.
1.
Avendo ballato quasi
fino all’ora di alzarsi, avanzavo
in mezzo alle messi, mezzo azzoppato
stremato. E lui
non ci fece il minimo caso, non fece
menzione del mio aspetto malconcio.
Cominciò a procedere, dando per scontato
che io lo seguissi. E così feci
ubriaco, semi-cieco, furente
per il sudore nella luce infuocata.
Non si voltò mai indietro
un uomo che andavo conoscendo dalla sua schiena
in quei campi in quei giorni.
Mi guidò attraverso lunghi filari
di tormento, muovendosi come chi danza
davanti a me, così beato
egli era e abile, pieno
di desiderio per il dono dalla terra.
Finalmente arrivammo in cima
ancora nel calore delle quattro
molto molto prima del tempo di andare a dormire.
E allora si fermò di fronte a me
e mi guardava mentre lavoravo,
solo guardava, cosicché
la mia stessa testa urlava il suo giudizio,
persino le sue risate.
Lui disse soltanto:
“tutta questa vita sociale
non taglia i filari di grano
vero ragazzo?”
2.
Allora io lavoravo per pura volontà
lui per desiderio.
Ciò che per me era un calvario
Per lui era giustezza e grazia
ideale e reale.
Questa fu la mia maldestra gioventù
il tempo del suo insegnamento.
Mi tormentò fino a farmi divenire
quello che non avevo pensato di essere.
4.
E questa è la tua storia
non di tempo, ma il ritornare
per sempre di eventi di luce,
l’antica conoscenza che cerca
menti nuove. L’uomo all’alba
nella primavera dell’anno,
quando va nei campi,
e vede il futuro del seme e del desiderio,
è senza tempo come una stella.
Wendell Berry [da Rising in The peace of wild things and other poems, Pinguin Books. Tradotta liberamente da M. Bellazzini]