E tutto sembra vano. L’insostenibile bellezza, il mistero. L’orrore palese che si dispiega. Vedere quello che quando lo hai letto sui libri di storia ti sei chiesto “ma come è potuto accadere, come hanno potuto permettere che accadesse?”. Eppure accade ora e lo vedi accadere e lo lasci accadere e non c’è assolutamente nulla che tu possa fare. “Irreparabile è questa notte / e da voi continua a esser chiaro in cielo / Gerusalemme, alle tue porte / hai visto levarsi il sole nero”. La poesia profetizza il futuro e anche il passato.

Notte, forse di me non hai bisogno;
dalla voragine dell’universo
io, conchiglia senza perle, sono
gettato sulla tua proda, riverso.

Con noncuranza fai schiumare i flutti
e riottosamente vai cantando;
ma la bugia di una conchiglia inutile
ti sarà oggetto di amore e di vanto.

Verrai a giacerle accanto sulla sabbia,
e a ricoprirla della tua pianeta;
a renderla, verrai, inseparabile
dall’enorme campana degli abissi irrequieti;

e il vano della fragile conchiglia –
nido di un cuore dove nessuno alloggia –
ricolmerai di schiuma che bisbiglia,
ricolmerai di nebbia, vento e pioggia…

[1911]

Osip Mandel’stam

da Cinquanta Poesie a cura di Remo Faccani – Einaudi

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