Regia: Michael Winterbottom
Genere: Drammatico
Interpreti: Colin Firth, Catherine Keener, Willa Holland, Perla Haney-Jardine, Hope Davis
Origine: Gran Bretagna
Anno: 2008
Trama: Dopo aver perso la moglie in un incidente d’auto, Joe decide di lasciare l’America e di andare a vivere a Genova con le sue due figlie, Kelly e May, coinvolte ma sopravvissute al tragico evento. Nella città ligure i tre cercheranno di ricostruirsi una nuova vita affrontando il dolore per la perdita dell’amata madre.
Recensione: Il mutamento interiore esemplificato dal trasferimento in una nuova città, lo spaesamento fisico (i personaggi si perdono sempre) che rispecchia quello interiore, il nucleo familiare che cerca un nuovo equilibrio e ancora il contrasto di due culture e due modi di vita diversi (quello americano e quello italiano) sono solo sforzi intellettuali che lo spettatore si deve affrettare a sviluppare senza l’aiuto del regista per avere qualche soddisfazione.
Girato in digitale con apprezzabile economia di mezzi ed evidente rapidità, Genova cerca un rapporto simbiotico con la città del titolo, rinunciando a darne un’immagine cartolina e preferendo mostrare quello che serve alla storia (i vicoli sporchi e pieni di topi, la prostituzione come anche le spiagge assolate e i monumenti). Le vie e la loro fauna dovrebbero essere il contraltare dei veri protagonisti della storia, i tre americani in cerca di se stessi lontani da casa, invece non riescono ad essere più che una curiosità da straniero.
Forse non è un’opera pensata per gli italiani o forse non è un’opera pensata e basta. Winterbottom sembra più a suo agio con uno stile di racconto barocco e dalla mano pesante invece che con questo minimalismo raffinato e delicato, in questo non c’è nulla di male, basta conoscere se stessi.