Regia: Carl Theodor Dreyer
Anno: 1955
Trama: Borgen ha tre figli: Johannes, che nella sua follia crede di essere Gesù Cristo, Mikkel, un ateo sposato con Inger, e Andersen innamorato di Anna, alla cui relazione si oppongono fermamente, per motivi religiosi, la famiglia di Borgen e quella di Peter (il padre di Anna). Inger, mentre dà alla luce un bambino, muore; la famiglia di Borgen è distrutta dal dolore e Johannes sconvolto, scappa di casa. Il giorno del funerale Johannes, inspiegabilmente guarito dalla sua follia, fa ritorno a casa, invita la figlia di Inger a “svegliare” la madre ed egli stesso, prima che la donna venga chiusa nella bara, le ordina di alzarsi. La fede fa compiere il miracolo: Inger è di nuovo viva.
Recensione: L’austerità dell’ambientazione, essenziale sia negli interni che nei pochi esterni, la collocazione in uno spazio-tempo indefinito, il rigore formale e una lentezza tipici del cinema di Dreyer, conferiscono quel tono solenne che scena dopo scena ci prepara al commovente finale nel quale la sacralità della resurrezione della donna si scioglie e confonde con la carnalità dell’abbraccio con il marito. La fede incontaminata e senza pregiudizi di una bambina arriva laddove la ragione degli adulti non permetterà mai di arrivare. Ordet è considerato uno dei cinque capolavori di Dreyer.