Venerdi 17 marzo alle ore 9.00 presso l’ Auditorium Santa Lucia (in via L. Ariosto, 35 – Ferrara), si è svolta, per il secondo anno consecutivo, la cerimonia di consegna della borsa di studio “Sara Cesari” per la miglior tesi sul tema “Educazione alla morte e sostegno nel dolore della perdita“, messa a disposizione dalle agenzie funebri di Ferrara Amsef e Pazzi, dei corsisti iscritti alla 7° edizione (a.a 2015/2016) del master ”Tutela, diritti e protezione dei minori ” diretto dalla prof.ssa Paola Bastianoni.
Alla cerimonia presenti anche i nonni di Sara, giovane studentessa dell ‘ Università di Ferrara tragicamente scomparsa tre anni fa.
La vincitrice è la dott.ssa Carmela Genovese, con la sua tesi “Morte bianca e morte annunciata. Perdita e Per Vita: i “Battiti Essenziali”, nella quale affronta “con grande competenza, completezza e profonda sensibilità, il delicato tema della morte in utero e della morte annunciata, donando a tutti noi prezioso materiale di riflessione e crescita”.
L ‘ elaborato prevede una parte introduttiva alla descrizione di una patologia cronica degenerativa, la fibrosi cistica, e la disamina degli aspetti che L’Institute of Medicine (IOM) definisce una buona morte: “una morte che sia priva di angoscia e sofferenze evitabili, per i pazienti, familiari e operatori sanitari; in accordo generale con i desideri dei pazienti e famiglie e ragionevolmente coerente con gli standard clinici, culturali ed etici”; un’analisi attenta ed aggiornata sulla stato dell’arte delle morti in utero nel mondo, attraverso la disamina di articoli pubblicati sulla rivista The Lancet e sull’esplorazione delle rappresentazioni del significato psicologico dell’inespressa gravidanza. Segue una parte empirica, con l’ausilio di una videointervista rilasciate da una coppia che ha vissuto un lutto perinatale, alle quale è stato chiesto di raccontare la loro storia di vita e di perdita di Isabella, “nata morta”. Un ossimoro che il padre della piccola, durante l’intervista, afferma di non aver mai immaginato di poter pronunciare. L’intento è quello di raccogliere tale preziosissimo materiale di studio e condividerlo all’interno di un momento unico, pensato esclusivamente per questi genitori che hanno affrontato un lutto perinatale. Condividere in un gruppo le proprie emozioni, permette a ciascuno di uscire dal proprio isolamento emotivo per andare incontro ad un processo di elaborazione del lutto possibile per tutti. La condivisione nel gruppo rappresenta una risorsa che consente di sperimentare nuove esperienze ed emozioni utili ad elaborare la sofferenza derivante dalla perdita. Infine, dare visibilità a milioni di famiglie che affrontano l’esperienza della morte in utero; morti che sono innumerevoli, non supportate e non studiate. Una migliore registrazione degli eventi di morte endouterina, delle morti materne e neonatali ed una specifica azione programmatica potranno fare in modo che la morte in utero venga finalmente ed adeguatamente considerata.
Intervista: