Piccolo antefatto
Da circa due anni, insieme ad una illustratrice, portiamo avanti una narrazione teatrale, illustrata e sonorizzata, legata alla figura di Adolfo Kaminsky. Un partigiano che grazie alle sue enormi competenze e ad uno spirito di sacrificio raro ha salvato migliaia di persone dai nazisti. E non solo. Infatti, anche dopo il 1945 ha continuato a lottare nel mondo contro le dittature.
Alla fine degli spettacoli ha sempre preso forma, perché voluto e perché naturale, un momento di scambio con il pubblico, di età tra gli 11 anni sino agli adulti. Siccome il nostro obiettivo nel raccontare quella storia non è dare risposte, ho pensato che fosse interessante rilanciare, dove possibile, con libri, graphic novel, film, che potessero essere uno spazio in cui le persone potessero costruire la propria personale risposta. Molti dei libri qui segnalati nascono da quegli scambi. Alcuni fanno parte del percorso bibliografico e filmografico nato come supporto allo spettacolo.
Il percorso di oggi
Affrontare la Giornata della Memoria è per me sempre più un momento di complessità visto ciò che continua ad accadere nel mondo. Ed anche per l’apparente lontananza tra giovani e meno giovani con i sentimenti di rispetto civile che sarebbe stato importante germogliassero da quella impensabile pagina della storia umana.
Da qui la ricerca di proporre un percorso che possa avvicinare e permettere l’immedesimazione con storie che non cadano nella semplificazione, nella retorica o ancora nella facile morale. Se tutto fosse semplice non ci sarebbe stato il nazismo, il fascismo, la shoah e oggigiorno non assisteremo agli eccidi e dittature contemporanee.
Ho suddiviso le storie in due macro gruppi.
Nel primo quelle ambientate al periodo della Seconda guerra mondiale. Nel secondo quelle che affrontano in chiave moderna e contemporanea alcune delle tematiche legate a quel periodo storico.
A sua volta tutte le proposte sono suddivise per domande o delle frasi tematiche. Le si possono intendere come possibile chiave di lettura o percorso da proporre, ma sono totalmente soggettive. Mi pare di aver scritto tutto. Possiamo così avventurarci nel nostro bosco di storie.
Storie ambientate durante la Seconda guerra mondiale
Fortunatamentei classici della moderna letteratura edita per l’infanzia e l’adolescenza che raccontano di quel periodo storico, di quelle lotte e dell’olocausto nazista, sono tanti. Proverò a muovermi tra titoli più o meno conosciuti, ponendo un occhio di riguardo a libri non troppo recenti e, così, spero di più facile reperimento nelle biblioteche. Fatto per me fondamentale, per permettere a tutte/i di poter accedere alle storie. Iniziamo.
Tra i romanzi più conosciuti troviamo sicuramente Quando Hitler rubò il coniglio rosa di Judith Kerr, edito da Rizzoli, ed al suo seguito temporale, forse meno diffuso, La stagione delle bombe.
Due romanzi ancora capaci di creare un ponte tra lettricə e Storia. Del primo è presente anche una trasposizione cinematografica presente, ad ora, anche su Raiplay.
Spostandoci sui graphic novel penso a La guerra di Catherine scritto da Julia Billet, illustrato da Claire Fauvel per Mondadori. Una storia meno conosciuta e per certi versi inaspettata. Ci troviamo in Francia in una scuola che accoglie, di nascosto, bambinə ebrei. Qui devono dimenticarsi la propria storia personale e sostituirla con un’altra costruita ad arte. Una “carta di identità” narrativa con cui difendersi durante le ispezioni dei nazisti. Catherine, la nostra protagonista, ad un certo punto dovrà fuggire anche da lì in un lungo percorso a tappe per non essere trovata. E per ogni tappa dovrà cancellare chi era a favore di un’altra Catherine.
La mia esperienza con le ragazzə, dai dieci anni in sù, è di un graphic novel capace di rapire e toccare nel profondo.
Un piccolo classico sulle storie di bambinə e nazismo è L’isola in via degli uccelli di Uri Orlev, edito per Salani. Un racconto capace di parlare anche allə più piccolə con schiettezza mai inutile, portando dentro quel mondo e quelle paure.
E se volessimo raccontare l’ascesa dell’abominio nazista e fascista?
MI sento di suggerire, per un pubblico delle superiori, un altro graphic novel: Berlin. Si tratta del frutto del lungo percorso di ricerca dell’autore Jason Lutes, capace di raccontare la Germania degli anni Trenta con in costante sfondo la nascita del nazismo. In Italia lo trovate edito da Coconino Press.
Sulla scia di Berlin mi viene in mente Ausländer, di Paul Doswell per Feltrinelli editore. La narrazione è, si, ambientata quando i nazisti sono al potere, però anch’essa ci offre un punto di vista differente ed un dietro le quinte inaspettato. 1941, Peter, il nostro protagonista, è un ragazzo polacco a cui i nazisti uccidono i genitori. Lui viene deportato insieme a tantə altrə ragazzə. Chi ha sfortuna proseguirà verso uno dei tanti campi di sterminio. Peter invece, come altrə, poichè rappresenta l’ideale estetico della gioventù hitleriana, si salva. Viene inviato così a Berlino a casa di un gerarca nazista. La nuova famiglia è entusiasta di accogliere questo biondo ragazzo. Lui invece no. Lui è un ausländer. E come tale dovrà scegliere cosa fare. Anche a costo della propria vita.
Un altro incontro/scontro tra famiglie e ideali differenti lo abbiamo in Olga, di Christian Hill, edito da Rizzoli. La nostra protagonista, il cui nome dà titolo al racconto, è una ragazzina russa deportata in un campo di smistamento. Da qui finirà nella famiglia di Hans come aiuto di stato, col ruolo di bambinaia. Hans è felice di far parte della gioventù hitleriana. È fiero. Tutto cambierà quando sarà realmente chiamato a combattere. Nel mezzo l’incontro e la conoscenza tra i due, con i loro mondi, speranze e realtà diametralmente opposte.
Ci apriamo alle storie sulle resistenze con un altro racconto di incontri tra realtà differenti. In questi casi, di tipo sociale.
Recupero tra i grandi classici a me cari, Una questione privata, di Beppe Fenoglio, edito da Einaudi. Si trova tanto di scritto sulle sue opere. A me preme sottolineare la capacità di questo racconto di riportare all’umanità di chi ha vissuto quel periodo. Alla necessità di far convivere il senso di responsabilità per la lotta contro il nazifascismo e al contempo la necessità di trovare piccole alcove per i propri sogni.
Continuiamo con le storie di partigiani con due graphic novel.
Il primo è La rosa armata, che vede lavorare insieme Costanza Durante ed Elisa Menini, per minimum fax. Una storia di lotta al femminile, fatta di crescita, scoperta, doverose scelte.
Il secondo è 45 N.E., di Maurizio A.C. Quarello per Orecchio Acerbo. Troviamo qui raccontati quattro momenti dell’evolversi della guerra. Quattro momenti che ci accompagnano dalla disperazione, ai gesti di grande umanità, alla necessità di rischiare il tutto per tutto, sino alla fine della guerra. Un’esperienza in cui il lavoro di illustrazione permette un’immersione avvolgente e profonda.
Riflettere sul presente
In questa brevissima sezione apriamo ad uno spazio complesso. Per me la domanda di partenza, per potermi guidare nella scelta, suonerebbe più o meno così “Del grande male di quella tragedia, su cosa voglio trovare connessioni con una narrativa contemporanea?”
Le strade percorribili sono infatti tante e molto differenti tra loro. Ne apro tre, quelle che in questo momento sento più vicine.
Come ben sappiamo nonostante quanto accaduto le differenze fisiche, di etnia, culturali sono ancora usate per dividere il mondo e, in alcuni contesti, annientare determinati gruppi di esseri umani. Mi pare che aprire un confronto su questo sia assolutamente necessario, visto quanto sta accadendo oggigiorno.
Un romanzo che ci avvicina a quanto questa mentalità sia tuttora presente può essereMoon Lake, di J. R. Lansdale, edito da Mondadori. L’autore texano, come spesso accade nelle sue storie, ci accompagna in una indagine in cui scoprire la profondità del razzismo statunitense e di come questo diventi un filo rosso che crea una comunità trasversale.
Spostandosi sulla fantascienza possiamo incontrare Brutti, romanzo di Scott Westerfeld, edito da Mondadori. Ci troviamo in una società che, dopo aver rischiato l’estinzione a causa di una guerra, ha deciso di eliminare le differenze fisiche. Così, chiunque all’età di 16 anni subisce un’operazione che donerà la perfezione estetica. Ci troviamo così in una società che ha deciso che l’annullamento sia l’unica possibilità per convivere pacificamente. Uno sguardo distopico, estremamente attuale, di passiva accettazione.
E un’altra forma di annullamento la troviamo nell’anime Psycho Pass, di Gen Urobuchi. Ambientata in un futuro non molto lontano la popolazione di una città ha deciso di consegnare i propri diritti di fronte alla promessa di un mondo senza pericoli e rischi. Tutte le strade sono monitorate da telecamere capaci di rilevare il nostro Psych Pass, ossia la possibilità di poter compiere un crimine. Se il livello è elevato le persone vengono arrestate, se non, in alcuni casi, uccise sul posto. Il mito della sicurezza, della paura di qualcuno o qualcosa come strumento utile a creare dittature, trovano nelle due stagioni di questo anime un filo conduttore non innovativo ma ben narrato.
E sempre sul filone della collusione con i regimi penso possa essere interessante riproporre Hunger Games, di Suzanne Collins, edito da Mondadori. Si tratta di una trilogia che, a differenza dei film, offre degli spunti proprio sul lato dei modelli di legame con il potere, nelle dittature violente, tra dominati e dominatori. Soprattutto con il finale, per certi versi non scontato.
Due serie, molto diverse tra loro, capaci di raccontarci simili meccanismi penso siano Andor, di Tony Gilroy T. e Snowpiercer di Bong Joon-Ho.
La seconda la troviamo anche come film. Entrambe penso abbiano la capacità narrativa di affrontare queste tematiche con un linguaggio ed una forma vicina alle ragazze e ragazzi senza scadere in profondità, per un contenuto di intrattenimento.
Spostiamoci ora sul presente. Perché sempre più si raccontano i fatti del nazifascismo e dell’olocausto come troppo lontani. Irripetibili.
Il primo titolo che mi sento di suggerire è L’onda, di cui si trovatanto il racconto, scritto da Todd Strasser per Rizzoli, che il film. Siamo in Germania ai giorni nostri, più o meno. Un professore, ex punk, decide di fare un esperimento con un gruppo di studenti e studentesse per dimostrare loro che è ancora possibile che un modello di dittatura venga riproposto. L’esperimento, come è facile immaginare, gli sfuggirà di mano. E la tesi iniziale troverà facile conferma. Personalmente ho trovato il film più coinvolgente e capace di dialogo diretto con le ragazzə.
Wolf, romanzo di Ryan Graudin per De Agostini, ci porta in una ucronia. Siamo nel 1956 ed i nazisti, grazie ad un’alleanza con l’impero giapponese, dominano gran parte del mondo.
In questa dittatura quasi totalizzante ogni anno viene fatta una gara motociclistica. Chi vince potrà partecipare alla cerimonia di premiazione a cui sarà presente il Führer.
Un’occasione di cui nessuna persona ha mai pensato di approfittare. Sino a quando Yael, supportata dalla resistenza, decide che è l’occasione per tentare il tutto e per tutto.
Chiudiamo questa personale, e non volutamente esaustiva, carrellata con un’ultima tematica: ricordare oggi i fatti del nazifascismo e della Shoa.
Inizio proponendo un classico. Cartoline dalla terra di nessuno di Aidan Chambers per Fabbri.
Si tratta della storia di Jacob, diciassettenne inglese, che parte al posto della nonna, infortunata, in Olanda per la commemorazione della battaglia di Arnhem. Grazie ad una narrazione doppia, una ambientata nel 1945 ed una contemporanea, siamo accompagnati ad una continua tessitura e scoperta tra ciò che è accaduto ed il valore che può avere oggi.
Un altro viaggio tra passato e presente lo troviamo in D-Day Dog, di Tom Palmer, edito in Italia da Equilibri. Il nostro protagonista si chiama Jack. Un adolescente amante dei cani e dei videogiochi di guerra. La gita con la scuola nei luoghi dello sbarco in Normandia diventano l’esperienza capace di tessere un legame tra la violenza della Seconda guerra mondiale e quella in Afghanistan, in cui suo padre è partito militare.
Chiudo con un classico a cui sono molto legato sul tema delle dittature e della collusione passiva della popolazione. Mi riferisco a V for Vendetta del duo geniale di AlanMore e David. Lloyd, edito da Vertigo. Non vuole essere una proposta, in quanto la lettura non è facile e può essere affrontata solo da ragazze/i con una fortissima passione per questo genere di narrazioni, ma solamente un atto dovuto ad una storia che ha saputo tessere, senza sconti, tra passato e presente.
Il percorso si conclude qui. Se avete sperimentato altre forme di approfondimento e vi fa piacere condividetele con noi. Direttamente sui nostri canali social oppure inviandoli alla mia mail, ortuem@gmail.com, e mi occuperò io di rilanciarli sul nostro sito, previa vostra autorizzazione.
Emanuele Ortu, esperto in pedagogia della narrazione