Uno sguardo sociologico su morte, morire e lutto.
Fabrizio De Andrè si fece ispirare per il suo secondo album dall’ Antologia di Spoon River, di Edgar Lee Masters che in italia è stato tradotto da Fernanda Pivano e pubblicato da Einaudi nel 1943.
Così De Andrè presenta il suo disco: «Parla della morte… Non della “morte cicca”, con le ossette, ma della morte psicologica, morale, mentale, che un uomo normale può incontrare durante la sua vita. Direi che una persona comune, ciascuno di noi forse, mentre vive si imbatte diverse volte in questo genere, in questo tipo di morte – in questi vari tipi, anzi, di morte – prima di arrivare a quella vera. Così, quando tu perdi un lavoro, quando tu perdi un amico, muori un po’; tant’è vero che devi un po’ rinascere, dopo.» (Fabrizio De André, intervista rilasciata ad Enza Sampò nel programma RAI “Incontri musicali: Fabrizio De Andrè” del 1969)
La prima canzone dell’album, La collina, parla della gente comune che probabilmente nessuno al di fuori dei propri cari ricorderà che dorme, giace, sulla collina, il luogo del cimitero vicino a Spoon River.
Per questo e per rendere omaggio a Fabrizio De Andrè ho pensato di chiamare questa raccolta di scritti, più che altro pensieri sulla morte, il morire e il lutto, “Non al denaro, non all’amore né al cielo” le parole che De Andrà fa dire al suonatore Jones nella canzone La collina e da cui ha tratto il titolo dell’album:
Dov’è Jones il suonatore
che fu sorpreso dai suoi novant’anni
e con la vita avrebbe ancora giocato.
Lui che offrì la faccia al vento
la gola al vino e mai un pensiero
non al denaro, non all’amore né al cielo.
Il mio nome è Mauro Serio, ho studiato Sociologia all’Università di Urbino, amo osservare quello che accade intorno a me con lenti a volte diverse da quelle che normalmente utilizziamo per mettere a fuoco il mondo. Ho lavorato in aziende pubbliche e private e ricoperto ruoli su un ampio tratto della scala sociale e retributiva, dall’operaio in un allevamento di manzi e maiali all’operatore sociale, dal coordinatore di struttura per disabili al responsabile sviluppo risorse umane, dal supervisore dei gruppi operativi di servizi educativi e assistenziali al direttore del personale. Ho anche tenuto il corso di Organizzazione dei servizi sociali, di cui sono stato recentemente nominato Cultore della materia presso UNIFE. Collaboro da alcuni anni al progetto Uno sguardo al cielo , ho fatto parte del gruppo che ha svolto la ricerca Il sogno dell’eternità. Il necroforo tra imprevedibilità e rito (https://youtu.be/iNb_cb8NKxY) e all’interno del progetto, insieme ai colleghi, accompagno e supporto all’elaborazione del lutto le persone che ne fanno richiesta.