“Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante possa sognarne la tua filosofia” dice, con saggezza e preveggenza, l’Amleto di Shakespeare. Ci sono più cose in cielo, in terra, e in noi, avendo la sfrontatezza di chiosare il Bardo. C’è in noi vita a sufficienza per rendere vivo ciò che è inanimato. Dunque anche per mantenere un contatto, una prossimità. Nel silenzio interiore anche i morti parlano, anche il loro sorriso illumina la stanza.
Mi accorgo pensando ai miei piani per le prossime uscite di questa rubrica che ho in mente quasi esclusivamente opere di poeti anglofoni e ora salta fuori Shakespeare. Le cose in cielo e in terra (e in noi) non solo sono molte ma seguono percorsi misteriosi.
Mia sorella e mio nipote
Negli ultimi tempi parlo spesso con mia sorella lei
forse non sa di essere polvere e cenere
da due anni io le parlo
quasi tutti i giorni
le racconto del nostro nuovo bambino
che è serio comico indaffarato scuro mia
sorella dalla ghiaia e dalla sabbia in cui
si ritrova mia sorella borbotta e cosa mi dici
del nostro vecchio bambino era furbo tenero
così bello
si si ho detto io senti questa proprio la settimana scorsa
si è fermato davanti alla porta d’ingresso ha visto
il tuo tappetino turco si è messo a fissarlo
è caduto in ginocchio a braccia spalancate gridando
Jeannie oh zia Jeannie
evocata ah lei ha emesso un profondo sospiro
grazie Grace ora parla con lui digli
che è sempre il mio grande amore
[da Fedeltà, minimum fax, trad. Livia Brambilla e Paolo Cognetti]