Quando il 27 maggio scorso, durante la mia visita quotidiana alla Astronomy Picture of the Day, ho visto questa immagine ho subito pensato a questo sito e a questa rubrica. La foto raffigura una porzione degli anelli di Saturno ripresa dalla sonda Cassini mentre si trova in volo dalla parte di Saturno in quel momento opposta al Sole. Dunque la fotocamera è puntata in direzione del Sole, del sistema solare interno. Il Sole è schermato da Saturno e questo rende il cielo abbastanza buio da permettere alle fotocamere della sonda di cogliere i due pallini luminosi al centro dell’immagine. Quei minuscoli pallini nel buio, inquadrati nella magnificenza degli anelli, quei pallini siamo noi. La Terra e la Luna. La Terra con tutti noi sopra. Visti da 1,4 miliardi di chilometri. Dunque anziché Uno sguardo al cielo, qui vediamo uno sguardo dal cielo. Anziché Cose dell’altro mondo, cose da un altro mondo. È bello cambiare prospettiva ogni tanto. È bello immaginarsi, ogni tanto, come un pallino blu pallido, vivo in mezzo al buio.

 

 

Antidoti alla paura della morte

A volte, come antidoto

alla paura della morte

io mangio le stelle.

In quelle notti, sdraiata sulla schiena

le succhio dal buio che placa la sete

finché non son tutte, tutte in me

pepe caldo e pungente.

A volte, invece, mi dissolvo

in un universo giovane

ancora caldo come il sangue:

niente spazio esterno, solo spazio

la luce di quelle che ancora non son stelle

che sciamano come nebbia lucente

e tutti noi e ogni cosa

già lì

ma non costretta dalla sua forma.

E qualche volta è sufficiente

restare sulla terra

qui con le nostre ossa ancestrali

camminare sui campi pietrosi

dei nostri scheletri dimenticati,

ciascuno come un tesoro, come una crisalide,

e pensare: qualunque cosa abbia lasciato questi gusci

volò via su ali di luce.

 

Rebecca Elson

[da Io mangio le stelle, Collana di Poesia Rosada, Ed. Kurumuny; trad. M. Bellazzini]