Scorro la lista delle cinquantotto Cose dell’altro mondo pubblicate fin qua e vedo che solo una è dedicata a Walt Whitman. È facile rimediare, la mia copia di Foglie d’erba è piena di “orecchie”. Solo la lunghezza dei brani limita la scelta, se uno potesse mettere solo frammenti, qui è pieno di luminosi frammenti, di scaglie di drago, di piume di angeli, di sfere di cristallo piene di lava. Si sente profumo di prateria, di mare aperto. La terra è bambina, selvaggia, primigenia, innocente.

Si respira a pieni polmoni.

Da Canto di me stesso:

L

C’è questo in me – io non so che cosa è – ma so che è in me.
Contorto e sudato – calmo e fresco poi diventa il mio corpo, io dormo – dormo a lungo.
Io non lo riconosco – è senza nome – è una parola non detta,
non è nei dizionari, tra le espressioni, tra i simboli.

Qualcosa la fa oscillare su più terra di me,
amica ne è la creazione, il cui abbraccio mi sveglia.

Forse potrei dire di più. Lineamenti! Io intercedo per i miei fratelli e le mie sorelle.

Vedete fratelli, sorelle?
Non è caos o morte – è forma, unione, progetto – è vita eterna –
è Felicità.

XVII

Questi sono in realtà i pensieri di tutti gli uomini in tutte le età e le terre, non nascono con me,
se non sono vostri come miei non sono niente, o quasi niente,
se non sono l’enigma e la sua soluzione non sono niente,
se non sono vicini quanto sono distanti non sono niente.

Questa è l’erba comune che cresce dovunque c’è la terra e c’è l’acqua,
questa è l’aria comune che bagna il pianeta.

Walt Whitman

[da Foglie d’erba, Trad. di Giuseppe Conte,

Oscar Classici Mondadori]

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