«Molte volte mi sono chiesta perché non sono morta al posto suo,

 per salvare la vita a mio nipote e per togliere la sofferenza a mia figlia,

ma adesso so che è meglio se non penso troppo al mio dolore,

cerco di offrire tutto il sopporto possibile agli altri membri afflitti della famiglia e alla mia bambina»

(Silvia)

Si tratta di una delle tante testimonianze che hanno permesso a Roberta Vecchi, psicoterapeuta dell’Hospice Pineta del Carso di Trieste e Presidente dell’Associazione Amici Hospice Pineta insieme a Dorella Scarponi, medico e psico-oncologa nel reparto di Pediatria del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, di realizzare un breve saggio scientifico composto da versi illustrati che ripercorrono la sofferenza, le domande di una nonna e di come affronta la malattia del proprio nipote. All’interno del volume Scarponi D., Vecchi R., “Come fiore, come vento. Piccolo elogio della speranza”, Clueb editore, 2020  infatti, si trova la testimonianza di una nonna, Franca Spinozzi Scandola, che racconta la sua storia, una storia che accomuna tanti nonni e un’unica speranza: il desiderio di scambiare il proprio destino con quello del proprio nipote. Nella prefazione del libro si legge “I nonni sono quelli che ti amano di più forse perché sanno già che ti vivranno di meno” facendo pensare al lettore che si tratti della brevità che caratterizza l’età senile mentre in questo caso è utilizzata per dare via ad una riflessione sull’intensità dei sentimenti e il vissuto del lutto nei nonni. Del dolore dei nonni infatti poco si parla e viene spesso emarginato dal percorso di cura dei bambini, tanto più se si tratta dell’elaborazione del lutto per i propri nipoti che non è inclusa negli interventi di cui si occupa il personale sanitario, quasi fosse meno importante e secondario all’ angoscia dei genitori. Tuttavia, i nonni si trovano a sperimentare una duplice sofferenza, accentuata dal senso di impotenza e sconfitta per non essere riusciti a tutelare e proteggere sia il proprio figlio/a che il proprio nipote, nelle testimonianze di tanti nonni c’è l’espressione del forte bisogno di partecipazione all’esperienza di malattia. Nella nostra società i nonni sono connotati come una risorsa per la famiglia, un fattore di protezione e supporto pratico ed organizzativo alle attività quotidiane della famiglia, emblema di saggezza e solidità. Tuttavia, anche loro capisaldi per antonomasia hanno le loro fragilità e non sono immuni dall’essere sopraffatti dalle emozioni.

Lo scopo delle autrici e di tutti coloro che hanno contribuito e contribuiscono alla sensibilizzazione sul tema è infatti quello di non trascurare nessun componente della famiglia ma soprattutto di diffondere l’attenzione e l’inclusione di tutti quei dolori che sembrano cadere nell’indifferenza ed essere marginali. Ogni lutto investe l’intera famiglia e non solo alcuni membri, ogni sofferenza ha necessità di essere legittimata e di avere voce e speranza.

Giada Zucchini, psicologa

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