Dare forma illustrata alle fiabe è una sfida complessa, che riflette differenti immaginari come, tra gli altri, quello personale, culturale, collettivo e storico. Da questo dialogo, stratificato e spesso inconsapevole, sono nati tantissimi albi illustrati. Prendiamo spunto dall’intervista a Giovanna Zoboli, che potete ascoltare a questo link https://www.unosguardoalcielo.com/podcast-test/, per camminare insieme tra le immagini e funzioni della morte nelle fiabe illustrate.
Iniziamo questo breve cammino con Hansel e Gretel, entrando nel bosco, sincero e cupo, costruito dalle illustrazioni di Lorenzo Mattotti dell’albo omonimo edito da Orecchio Acerbo.

Il lavoro pittorico essenziale di bianco e nero, nel costruire rapporti mutevoli narrativi di pieno e vuoto, ci trascina nella fiaba come se stessimo camminando anche noi in quei sentieri. Il tratto, composto da lunghe ed ampie pennellate, crea un’illustrazione viva ed in movimento.
Il testo è quello originale dei fratelli Grimm.
Usciti, trasformate/i, da questo bosco possiamo sperimentare un’esperienza esteticamente, e tematicamente, diversa con la riscrittura di Hansel e Gretel di Anthony Browne, edita da Camelozampa.

Si tratta di una versione più intima, in cui la relazione ed il dialogo tra fratello e sorella prendono il sopravvento aprendoci a sguardi meno abituali. Il tratto diventa contemporaneo, meno lontano, senza perdere la capacità di evocare l’immaginario originario.
Continuiamo il nostro cammino nei boschi, in cui la morte assolve a molteplici funzioni, con una delle fiabe più conosciute al mondo: Cappuccetto rosso.
Sono indubbiamente tante le possibili letture. Tra queste non può mancare La bambina e il lupo, illustrato da Chiara Carrer per Topipittori.

L’opera si basa su una favola campestre del 1500 portata a noi dallo scrittore folklorista Paul Delarue. Oltre a non esserci ancora la famosa Cappuccetto rosso, colpisce come la protagonista si salvi da sola grazie alla propria intelligenza ed astuzia. L’illustrazione di Chiara Carrer rende giustizia ai differenti livelli interpretativi, in una narrazione asciutta e diretta.
In un gioco di completo ribaltamento stilistico ecco a noi Un piccolo cappuccetto rosso, scritto e illustrato da Marjolaine Leray per Logos Edizioni.

Se nella scrittura di Perrault la morte assolve ad un ruolo di ammonimento e punizione, la protagonista di questa versione contemporanea non ha timore a sfidare il lupo. Con un approccio che mi ha sempre ricordato la versione di Roald Dahl la nostra protagonista aprirà ad un divertente ribaltamento di rapporti di potere e di immaginari.

Prendiamo ora il sentiero in cui incontriamo quelle fiabe in cui la morte ha una funzione trasformativa.
Nel podcast Giovanna apre con La sirenetta, una delle fiabe più iconiche di Christian Andersen, offrendoci una visione meno diffusa.
Sono tante le illustratrici e illustratori che hanno affrontato questo racconto dovendosi scontrare con l’immaginario, tuttora presente, costruito dalla Disney. Se vogliamo prendere una strada differente mi sento di consigliare, tra le tante edizioni, quella edita da Ippocampo con le illustrazioni e gli inseriti di cartotecnica di MinaLima.

Abbiamo tra le mani una versione capace di rendere viva l’esperienza estetica e che, grazie al testo originale, non ne tradisce ne edulcora la storia.
La morte, dicevamo, può adempiere una funzione trasformativa in tante fiabe. Due proposte fatte da Giovanna sono Biancaneve e La bella addormentata nel bosco. Sono, come sempre, tante le possibili versioni presenti sul mercato e tra queste mi sento di proporvi l’interessante raccolta intitolata Principessa pel di topo, di Donzelli editore.

Le motivazioni sono molteplici. È curata da Jack Zipes, fondamentale studioso di fiaba e racconto popolare, che ci propone delle versioni inedite o meno conosciute di ben 41 fiabe dei fratelli Grimm. Un’esperienza che porta a scoprire la complessità della fiaba e delle mutazioni che questa ha ed ha avuto. La presenza delle illustrazioni di Fabian Negrin, ben 15 tavole, che offrono un’ulteriore apertura a nuovi immaginari. Infine, ma chi si occupa di letteratura per l’infanzia lo sa già, il piacere di avere tra le mani un libro Donzelli, come sempre curato in ogni piccolo dettaglio.
La morte nelle fiabe e nei racconti popolari può anche prendere forma e diventare un vero e proprio personaggio.
Al riguardo Giovanna ci propone I pani d’oro della vecchina, nell’edizione curata da Topipittori. Il testo è di Annamaria Gozzi, che riscrive una storia tzigana, e le illustrazioni sono di Violeta Lopiz, capace di sperimentare con una forte personalità.

Per un discorso più articolato vi rimando al podcast. Mi sento, intanto, di consigliare di porre una particolare attenzione alla scelta dei colori, soprattutto al lavoro sul bianco, ed alla identità data alla morte.
Se volete aprire un confronto di immaginari culturali popolari vi propongo l’albo Jack e la morte, edito da Logos.

In questa riscrittura di una storia tradizionale inglese, ad opera di Tim Bowley con le illustrazioni di Natalie Pudalov, troverete un’idea di morte come figura e come funzione molto diversa da quella proposta nell’albo illustrato precedente. Abbiamo qui una morte che assolve un ruolo nel sistema umano e naturale. Una cornice che sposta dall’idea di voler sconfiggere la morte ad imparare ad accettarla nel suo essere parte integrante dell’essere vivi.
Prendiamo ora un sentiero laterale di questa nostra breve passeggiata, per incontrare la morte in narrazioni che, pur non essendo fiabesche nella forma, dalla fiaba attingono.

La prima è l’albo illustrato Dentro me, scritto da ALex Cousseau e illustrato da Kitty Crowther. Al riguardo, sono tante le persone che si occupano di letteratura per l’infanzia che offrono un rimando similare rispetto a questo albo. La reazione tra adulti e bambine/e è, tendenzialmente, quasi opposta. I primi, spesso raccontano di una esperienza di lettura disturbante e vissuta come inadatta per un pubblico giovane. I secondi, come sempre senza la volontà di una generalizzazione assolutistica, riportano un incontro di vicinanza e curiosità. Per approfondire mi sento di consigliarvi questo articolo https://www.topipittori.it/it/topipittori/incontrare-laltrove e la pubblicazione dell’Associazione Hamelin Oblò N.5- Kitty Crawther.
La seconda deviazione ci è offerta da Stephen King, con La bambina che amava Tom Gordon, edito da Pickwick. Un romanzo in cui il fiabesco del bosco risuona con chiarezza, grazie agli immaginari da cui lo scrittore statunitense attinge e ad una protagonista che richiama Cappuccetto rosso. Una storia a cui tengo molto e di cui ne ho già accennato qui: https://www.unosguardoalcielo.com/consigli-estivi-2-appuntamento/
Giriamo l’ultimo tornante con una delle proposte di Giovanna Zoboli. Mi riferisco a Pomeriggio d’estate, di Shirley Jackson, tratto da La luna di Miele di miss. Smith.
Dopo una lettura di puro piacere il consiglio è di una seconda in veste di archeologhe/i, in cui cercare l’affiorare degli immaginari collettivi sulla morte e, dove presente, sul fiabesco.
La nostra passeggiata è giunta al termine. Se vi va di iniziarne altre, ecco delle “guide” che tanto hanno camminato sino a costruire sentieri e tracce ricche ed affascinanti.
Buone letture!
Emanuele Ortu, esperto in pedagogia della narrazione
Milena Bernardi, Infanzia e metafore letterarie. Orfanezza e diversità nella circolarità dell’immaginario, Bononia University Press
Jack Zipes, La fiaba irresistibile. Storia culturale di un genere, Donzelli
Beatrice Solinas Donghi, La fiaba come racconto, Topipittori