Il cinema ha il grande potere di saper parlare a tutti.

I films hanno il sacro potere di risvegliare le coscienze, aprire gli occhi e far conoscere.

Così, anche certe questioni politiche o sociali sono spesso state affrontate meglio dai cineasti che dai sociologi, dagli attori che dai politici: prova di questo, almeno nel nostro paese, sono i film sulla mafia, che con fatica ma anche con coraggio hanno saputo negli anni scardinare in maniera sempre più forte il muro di omertà che circondava, e in parte ancora circonda, le organizzazioni criminali in Sicilia e nel resto d’Italia.

FILM

La mafia uccide solo d’ estate

Regia: Pif

Anno: 2013

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Arturo ha pochi anni e un segreto romantico che condivide con Rocco Chinnici, giudice e vicino di Flora, la bambina che gli ha incendiato il cuore. Nato a Palermo, Arturo è stato concepito il giorno in cui Totò Riina, Bernardo Provenzano, Calogero Bagarella e altri due uomini della famiglia Badalamenti, uccisero Michele Cavataio vestiti da militari della Guardia di Finanza. Da quel momento e da che si ricordi la sua vita, spesa a Palermo, è stata allacciata alla Mafia e segnata dai suoi efferati delitti. Cresciuto in una famiglia passiva, in una città ‘muta’ e tra cittadini incuranti dei crimini che abbattono i suoi eroi in guerra contro la Mafia, Arturo prova da solo a produrre un profilo e un senso a quegli uomini contro e gentili che gli offrono un iris alla ricotta (il commissario Boris Giuliano) o gli concedono un’intervista (il Generale Dalla Chiesa). L’unico che proprio non riesce a incontrare, ma di cui ritaglia e colleziona foto dai giornali, è il premier Giulio Andreotti, che da una trasmissione televisiva gli impartisce un’ideale lezione sentimentale da applicare al cuore della piccola Flora. Gli anni passano, la Mafia cresce in arroganza e crudeltà e i paladini della giustizia vengono falciati, sparati, esplosi. Soltanto Arturo rimane uguale a se stesso, ossequiante e ‘svenduto’ in una televisione locale e nella campagna elettorale di Salvo Lima. Ma la morte di Giovanni Falcone e quella di Paolo Borsellino lo risveglieranno da un sonno atavico e dentro una città finalmente cosciente.

Il film ha ottenuto 8 candidature e vinto 4 Nastri d’Argento, 9 candidature e vinto 2 David di Donatello. E’ stato premiato a Torino Film Festival, ha vinto un premio ai European Film Awards. E’ stato premiato a 8 ½ Cinema Italiano. In Italia al Box Office La mafia uccide solo d’estate ha incassato 4,7 milioni di euro.

La siciliana ribelle

Regia: Marco Amenta

Anno: 2008

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Ha pochi anni e tanti sogni Rita, figlia di Don Vito Mancuso, mafioso ucciso dalla mafia il giorno della sua prima comunione. Disperata per la scomparsa del padre, amato e rispettato in famiglia e in paese, ha deciso di vendicarne la morte e l’onore. Scoperto il mandante dell’efferato omicidio e trattenuta a stento dal fratello maggiore, Rita rimanda per sei anni la rappresaglia contro Don Salvo. Sei anni in cui osserverà e annoterà sui suoi diari ogni movimento dell’uomo e dei suoi scagnozzi. Ma la morte improvvisa del fratello, pugnalato barbaramente, la scopre sola e vulnerabile. Minacciata dagli uomini di Don Salvo si reca a Palermo per denunciarli tutti al procuratore antimafia. Braccata dai mafiosi e protetta dallo stato, Rita smetterà di essere un’adolescente spensierata e scoprirà la differenza tra vendetta e giustizia.

Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d’Argento e 1 candidatura a David di Donatello. In Italia al Box Office La siciliana ribelle ha incassato 179 mila euro

I cento passi

Regia: Marco Tullio Giordana

Anno: 2000

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Alla fine degli anni Sessanta a Cinisi, un piccolo paese siciliano, la mafia domina e controlla la vita quotidiana oltre agli appalti per l’aeroporto di Punta Raisi e il traffico della droga. Il giovane Peppino Impastato entra nel vortice della contestazione piegandola, con originalità, alle esigenze locali. Apre una piccola radio dalla quale fustiga con l’arma dell’ironia i potenti locali fra i quali Zio Tano (Badalamenti). Peppino verrà massacrato facendo passare la sua morte per un suicidio.

Ha vinto 2 Nastri d’Argento, ha vinto 4 David di Donatello, Il film è stato premiato al Festival di Venezia e ha ottenuto 1 candidatura a Golden Globes. In Italia al Box Office I cento passi ha incassato 3,3 milioni di euro

Giovanni Falcone

Regia: Giuseppe Ferrara

Anno: 1993

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Il Giudice Giovanni Falcone, nel corso di un decennio, dall’81 al ’92, svolge la sua missione contro lo strapotere della mafia. All’inizio, in quanto collaboratore del Giudice Rocco Chinnici, sulla scia dell’uccisione del Generale Dalla Chiesa, Falcone ipotizzò l’esistenza di un “terzo livello” della famigerata “Cupola”, ed un progetto che prevedeva radicate collusioni tra i boss mafiosi (i Corleonesi, i Greco, i Riina ed altri) con importanti uomini politici. Ucciso Chinnici, Falcone continua la sua pericolosa indagine, collabora con altri Magistrati tra cui Paolo Borsellino e Ninni Cassarà e interroga i grandi pentiti: Buscetta emigrato in america, Calderone, Mannoia, Contorno. In Sicilia continuano gli assassinii. Dopo il maxi processo alla mafia, il pool antimafia viene smantellato e a capo del Tribunale palermitano è destinato il Giudice Meli. Poi Falcone viene destinato a prestare servizio al Ministero, quale Direttore generale per gli affari penali. Non è tanto una promozione, quanto piuttosto un modo per liberarsi in loco di un uomo diventato scomodo e pericoloso per tutti i poteri coalizzatisi contro la sua azione tenace. Falcone rimane pressoché isolato, lo sostengono solo Paolo Borsellino ed il suo nuovo capo Caponnetto. Infine sull’ autostrada di Capaci il giudice Falcone, Francesca e gli agenti di scorta, vengono uccisi con una esplosione accuratamente preparata, preceduta a seguita da puntuali telefonate. Seguirà a suo tempo un’altra esplosione, in cui perderà la vita anche Paolo Borsellino.

Cento giorni a Palermo

Regia: Giuseppe Ferrara

Anno: 1984

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La ricostruzione dei cento giorni del generale Dalla Chiesa come prefetto di Palermo. Vincitore sul terrorismo, viene inviato in Sicilia per sconfiggere la mafia. S’impegna con la consueta energia, ma il governo lo lascia solo, i pieni poteri richiesti non arrivano, gli ostacoli si moltiplicano. Con imprudenza il generale rifiuta la scorta e si fa accompagnare dalla moglie in auto, finché il 3 settembre ’82 scatta l’agguato e Dalla Chiesa e la moglie vengono trucidati. Inquietante spaccato di una società, non solo siciliana, inquinata dalle connivenze con la mafia.

Il Padrino – The Godfather

Regia: Francis Ford Coppola

Anno: 1972

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 Il film è ambientato a New York in pieno dopoguerra, tra la fine degli anni 1940 e la prima metà degli anni 1950. Il protagonista è don Vito Corleone, capo di una famiglia mafiosa divenuta col tempo una delle più potenti organizzazioni criminali della Grande Mela, grazie al rispetto e all’onorabilità ottenute dal patriarca e dai figli coinvolti nelle attività malavitose. Quando don Vito rimane vittima di un attentato da parte di un boss rivale, il figlio Michael Corleone comincia l’ascesa nell’impero criminale della famiglia, fino a diventare il nuovo “padrino”.

Distribuito il 15 marzo 1972 in anteprima mondialeLa sceneggiatura, scritta da Coppola e Mario Puzo, è liberamente ispirata al romanzo omonimo scritto dallo stesso Puzo. Il Padrino fu acclamato dal pubblico in tutto il mondo e ottenne un forte impatto culturale. Alla sua uscita negli Stati Uniti il film incassò 135 milioni di dollari, frantumando il record del kolossal Via col vento. La pellicola fece riemergere la Paramount Pictures da una difficile situazione economica, oltre a ridare linfa alla carriera di Marlon Brando, e consacrò il regista Francis Ford Coppola e il cast composto da Al Pacino, Robert Duvall e James Caan. Il film fu premiato con tre premi Oscar, su 10 nomination totali: miglior film a Albert S. Ruddy, miglior attore protagonista a Marlon Brando, che rifiutò di ritirare durante la cerimonia in segno di protesta contro le ingiustizie verso le minoranze, soprattutto i nativi americani e miglior sceneggiatura non originale a Francis Ford Coppola e Mario Puzo. Insieme al suo seguito è considerato una pietra miliare della storia del cinema. Nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito al terzo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito al secondo posto. Lo stesso istituto lo ha inserito al primo posto nella categoria gangster. È al secondo posto anche nella classifica dell’Internet Movie Database, mentre la rivista Empire, sia nella lista del 2008 che in quella del 2017, lo considera come il film più bello di tutti i tempi, al primo posto in un elenco di cinquecento. Il padrino ebbe due seguiti: Il padrino – Parte II nel 1974 e Il padrino – Parte III nel 1990.

Il giorno della civetta

Regia: Damiano Damiani

Anno: 1968

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In un paese siciliano viene ucciso un costruttore edile; la mafia vuol fare passare l’assassinio come delitto d’onore, tanto più che del presunto colpevole non si trova alcuna traccia. Un capitano dei carabinieri cerca le prove per incastrare un potente mafioso, ma trova solo il cadavere di un informatore. Tutto finisce nel nulla.

Damiano Damiani rilegge Sciascia sette anni dopo l’uscita dello splendido omonimo romanzo in un film poderoso e denso. Ha vinto 2 Nastri d’Argento e 4 David di Donatello.

SERIE TV

Rocco Chinnici

Regia: Michele Soavi

Anno: 2018

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Palermo, 29 luglio 1983. Rocco Chinnici saluta la moglie Tina e i figli Giovanni e Elvira prima di andare al lavoro in tribunale. Al portone del palazzo, la sua scorta lo attende. Pochi secondi dopo un boato agghiacciante esplode in strada: sul selciato i corpi dilaniati di due uomini della scorta, oltre a quello del giudice e del portiere del palazzo. Appresa la morte del padre, Caterina, la figlia più grande, anche lei magistrato, si rifugia a San Ciro, la casa di campagna dei Chinnici: per tutti loro, da sempre, un posto speciale. Ha bisogno di stare da sola per elaborare il lutto e fare chiarezza: deve decidere se accettare la prima indagine di mafia che le è stata assegnata. Mentre si aggira nei luoghi tanto cari al padre, come il roseto a lungo trascurato, Caterina si emoziona. Riaffiorano i ricordi, che la riporteranno nel 1972, quando ancora era al liceo, accompagnandola poi nella ricostruzione della missione del padre Rocco, l’uomo che intuì per primo quanto fosse necessario, per sconfiggere la mafia, unire gli sforzi di tutti e condividere il più possibile i risultati ottenuti. La sua scelta di ricalcarne le orme, la decisione di rimanere in Sicilia, precisamente nella Procura di Caltanissetta, il primo “agguato” nella casa di San Ciro, la consapevolezza che la loro famiglia non sarebbe mai stata davvero al sicuro e la vita sotto scorta, prezzo da pagare per le battaglie portate avanti in nome della Giustizia.

Il capo dei capi

Regia: Enzo Monteleone, Alexis Sweet

Anno: 2007

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La serie televisiva racconta la vita di Totò Riina dal 1943 al 1993. Dall’ adolescenza difficile fino alla sua presa di potere all’ interno di “Cosa Nostra”, passando per le molte sanguinose tappe che hanno caratterizzato la sua ascesa.

Paolo Borsellino

Regia: Gianluca Maria Tavarelli

Anno: 2004

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Nel 1980 Paolo Borsellino viene incaricato dell’istruttoria e delle indagini iniziate dal capitano dei carabinieri Basile, ucciso a sangue freddo a Palermo dopo aver consegnato un dossier sulle attività delle varie cosche mafiose, in particolare di quella dei Corleonesi capeggiata da Totò Riina. Si istituisce una squadra – che costituirà il famoso pool antimafia – e Borsellino pensa immediatamente ai giudici Chinnici e Falcone e ai giovani commissari Montana, Cassarà, Di Lillo e Guarnotta. Le indagini del pool portano a due chimici francesi, assoldati per raffinare un’enorme quantità di morfina acquistata in Turchia e destinata ad essere rivenduta come eroina. Si scopre poi che le più importanti banche sono coinvolte nel riciclaggio del denaro proveniente dallo spaccio della droga. Mentre i magistrati e i loro collaboratori mettono in luce una rete sempre più fitta, la loro vita privata viene sempre più esposta a minacce. Tutti loro, e le loro famiglie, vengono messi sotto scorta e la loro vita cambia radicalmente. Paolo Borsellino, accusato dalla moglie e dai suoi figli di non essere più presente in famiglia come prima, vede la sua figlia maggiore, Lucia, ammalarsi sempre più gravemente di anoressia. Quando il giudice Chinnici rimane vittima di un attentato dinamitardo, Lucia, che era molto legata anche a lui, peggiora e tutto il pool cade in preda alla paura. Il giudice Caponetto chiede di essere trasferito da Firenze a Palermo e, avendo saputo dell’arresto del capomafia palermitano Buscetta, fuggito in Brasile per salvarsi dalle faide in atto, suggerisce a Falcone di contattarlo per ottenere la sua collaborazione in qualità di pentito. Buscetta accetta e le sue rivelazioni portano all’arresto di molti mafiosi e Falcone e Borsellino ottengono di istituire un maxiprocesso. Sono stati svelati, però, troppi segreti e mentre i commissari Montana e Cassarà vengono uccisi, i due magistrati sono costretti a trasferirsi in Sardegna, nel carcere di massima sicurezza dell’Asinara, dove continuano a lavorare all’istruttoria. Il maxiprocesso, tenuto in un’aula-bunker, porta al rinvio a giudizio di settecento imputati. Falcone e Borsellino decidono di ricominciare le loro indagini dal piccolo centro di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, sede degli scambi mafiosi tra la Sicilia e gli Stati Uniti. Nel novembre 1991, Falcone lavora al progetto di una Super Procura Centrale e Borsellino indaga a Marsala, dove è stato trasferito dopo essere stato nominato procuratore, e viene a sapere da un pentito di essere nel mirino della mafia. Lui, i suoi sostituti e i cinque uomini della scorta, sono tutti in pericolo di vita. Quando il suo collega, e amico, Falcone viene ucciso da un attentato dinamitardo mentre percorre in macchina il tragitto autostradale che lo porta dall’aeroporto di Punta Raisi a Palermo, Borsellino, consapevole che gli rimane poco tempo, decide di proseguire le indagini iniziate da Falcone. Arriva la notizia dell’arrivo di un carico di dinamite destinato a lui e della presenza di Totò Riina a Palermo per cui Borsellino decide di congedare i suoi cinque uomini di scorta, ma loro rifiutano. Tra i suoi collaboratori ci sono due traditori. La morte attende lui e la sua scorta in via D’Amelio il 19 luglio 1992, dopo una visita alla sua anziana madre.

La piovra

Regia: Damiano Damiani

Anno: 1984 – Prima puntata

Anno: 2001 – Ultima puntata

Stagioni: 10

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La storia della prima serie è ambientata in una città della Sicilia (Trapani, che però non verrà mai nominata); qui viene trovato assassinato il commissario Marineo, capo della squadra mobile della locale Questura. Tutto lascia supporre si tratti di un delitto di mafia. Il posto del commissario assassinato viene preso dal commissario Corrado Cattani, interpretato da Michele Placido. Con il suo arrivo da Milano, le indagini sul delitto Marineo subiscono un’impennata. Il nuovo commissario non si fida di nessuno e s’insospettisce del comportamento reticente di alcuni collaboratori. Parte così la serie destinata a dare vita ad una delle saghe televisive più celebri della tv italiana.

La piovra è una serie televisiva italiana andata in onda complessivamente in dieci miniserie dal 1984 al 2001. Le miniserie sono state dirette da vari registi che si sono succeduti: Damiano Damiani nella prima miniserie, Florestano Vancini nella seconda miniserie, Luigi Perelli dalla terza alla settima e di nuovo nella decima miniserie, e Giacomo Battiato dall’ottava alla nona miniserie. Le musiche sono state realizzate da Riz Ortolani nella prima miniserie, da Ennio Morricone dalla seconda alla settima e nella decima miniserie, e da Paolo Buonvino dall’ottava alla nona miniserie. Le dieci miniserie hanno ottenuto grandi consensi di pubblico (una media di 10 milioni di spettatori e punte di 15 milioni) e sono state esportate con altrettanto successo in oltre 80 nazioni. Ancora oggi è considerata la serie televisiva italiana più famosa nel mondo.

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