74° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
A un padre viene comunicata la morte del figlio soldato, ma poco dopo la notizia viene smentita. Nel frattempo, il figlio continua a fare il suo lavoro in un posto di blocco isolato e scarsamente trafficato, mentre il container dove vive con i suoi commilitoni sprofonda lentamente nella melma…
Ambientato in Israele, si entra in contatto con uno stato perennemente in guerra: con il proprio passato che incombe come un’ombra sempre presente, con il proprio presente, sempre a rischio attentati, e con il proprio futuro, rappresentato dai giovani soldati. Annoiati sì, ma consapevoli che anche in un posto tranquillo e secondario come il loro possono arrivare minacce per la sicurezza.
Maoz ci propone una storia in cui i temi della morte e dell’assurdità esistenziale alla quale sono costretti giovani soldati sono i pilastri di un racconto che pur lasciando qualche sottile speranza mostra con chiarezza la stoltezza dei comportamenti umani. L’alienazione questa volta riguarda anche la società civile, la famiglia, nucleo sociale e umano che viene distrutto dal feroce confronto con l’idea della perdita, con l’orrore della fine.