Secondo una recente indagine su dati Istat, ogni anno quasi 18 mila adolescenti perdono un genitore. Nonostante le dimensioni rilevanti di questo dramma sociale e per quanto “la letteratura sottolinei l’importanza, in un contesto di cure palliative, di valutare i bisogni, a breve e lungo termine, dell’adolescente che sta perdendo un genitore e di pianificare idonei interventi al fine di prevenire la comparsa di seri disturbi psicologici  – si legge nel progetto di ricerca realizzato da Antea, che da oltre 25 anni si prende cura di chi non può più guarire con le Cure Palliative – a livello nazionale, non sono state pubblicate ricerche che forniscono evidenze empiriche sul tema”. Per questo, “Il volo” si pone come obiettivo fondamentale quello di sostenere l’adolescente che si trova ad affrontare la malattia o la perdita di un genitore: accanto alla disperazione delle famiglie,la sottovalutazione del dolore dell’adolescente, che spesso viene messo da parte come ‘colui che ce la fa’, non è un elemento da trascurare.L’esperienza del lutto è considerata uno degli eventi più stressanti e critici che possa vivere un adolescente poiché i profondi cambiamenti emotivi e psicologici tipici di questa età rendono più difficile la sua elaborazione: si trovano ad affrontare un dramma difficile da comprendere, sostenere, riparare. Il progetto Il Volo intende affrontare con maggiore incisività le problematiche che toccano i ragazzi durante il periodo del lutto, in un’ottica di integrazione e si propone di costruire un percorso orientato a sensibilizzare la scuola al tema del lutto in età adolescenziale che sarà attuato in due istituti scolastici di Roma a partire dal prossimo anno scolastico.

La ricerca dovrebbe articolarsi in due studi: il primo, “di tipo qualitativo, il cui obiettivo è quello di comprendere i bisogni degli adolescenti con un genitore che sta morendo ed identificare le strategie che possono implementare e migliorare le loro abilità di ‘coping’, al fine di individuare gli interventi che possono rispondere ai bisogni da loro espressi e supportare il personale sanitario nella loro presa in carico”, si legge nel progetto. Il secondo studio, invece, di tipo sperimentale, valuterebbe l’impatto di alcuni interventi, individuati appunto nel primo studio.

L’indagine si svolgerebbe su due tipi di campione: il primo, composto da adolescenti che “che hanno superato l’evento del lutto. di età compresa tra i 13 ed i 17 anni quando il loro genitore è morto”; il secondo costituito da “adolescenti con un genitore attualmente in cure palliative di età compresa tra i 13 ed i 17 anni”. In una seconda fase, successivamente all’analisi dei dati emersi, sarà possibile individuare e realizzare “una serie di interventi mirati a supporto degli adolescenti (gruppi di mutuo-aiuto, attività ricreative/laboratori didattici, counseling, ecc), del personale sanitario, volontariato e insegnanti delle scuole (incontri formativi, counseling, ecc) e del coniuge (incontri formativi, counseling, ecc) e valutarne l’efficacia.

 

 

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