La legge 4/2018 è la prima legge in Italia che riconosce e tutela gli orfani di crimini domestici.
Li ha resi finalmente titolari di diritti, ha portato l’attenzione delle Istituzioni sulla loro realtà e aperto una strada verso nuove possibilità.
Con questa legge:
– lo Stato si fa carico delle spese per il processo penale e civile, assicurando a tutti i bambini la possibilità di aver accesso alla giustizia.
– L’omicidio commesso dal convivente della donna può essere punito anche con l’ergastolo, pena che prima veniva inflitta solo al coniuge. Pensiamo quanto sia importante a livello culturale riconoscere e punire la violenza non solo all’interno del matrimonio, ma in tutte le relazioni affettive.
– Dal punto di vista patrimoniale: i beni dell’indagato vengono sequestrati a garanzia del risarcimento dei danni subiti dai figli, i figli diventano in automatico titolari della pensione di reversibilità, che prima andava al padre, così come dell’eredità materna, del quale l’omicida non può più beneficiare.
– Lo Stato prevede una provvisionale in favore degli orfani, non inferiore al 50% del danno subito, per consentire loro una vita dignitosa e garantisce misure di sostegno allo studio e all’avviamento al lavoro.
Questo per evitare situazioni come quella di Giuseppe…Quando è morta mia madre lo Stato mi ha lasciato solo, ho dovuto comunque assolvere parte del servizio militare, la mattina andavo a lavorare, al pomeriggio svolgevo il servizio civile. Facevo fatica a mettere insieme il pranzo con la cena, ho dovuto rinunciare al sogno di diventare chirurgo… (dalla testimonianza di Giuseppe Dal Monte).
– Gli orfani di femminicidio hanno diritto ad un’assistenza gratuita di tipo medico-psicologico, a carico del Servizio Sanitario Nazionale, per tutto il tempo necessario al pieno recupero del loro equilibrio psicologico, con esenzione dalle spese sanitarie e farmaceutiche.
Purtroppo, però alcune spese non vengono coperte…Salvatore ha dovuto rinunciare all’apparecchio per i denti, i costi erano troppo alti ed i suoi nonni non sono riusciti a coprire le spese…
– La legge stabilisce che, nei provvedimenti di affidamento degli orfani, si tenga conto della continuità delle relazioni affettive consolidatesi tra il minorenne e i parenti non oltre il terzo grado, anche con riferimento alla presenza di fratelli o sorelle.
– Vengono facilitati i procedimenti per il cambio del cognome, quando questo coincida con quello dell’omicida. Questo è un punto particolarmente delicato, si pensi a quanto possa essere importante per una persona essere obbligata per tutta la vita a portare un cognome che, ogni volta che viene nominato, gli ricorda la sua terribile storia.
Paola ha scelto di cambiare cognome, a scuola è stata spesso vittima di atti di bullismo, vuole evitare che il peso del passato ritorni ogni volta che digita il suo cognome su internet, una volta, quando era bambina, alla sua festa di compleanno alcuni compagni non si sono presentati, perché “non si va alle feste dei figli di un assassino”.
Purtroppo, i fondi messi a disposizione dalla legge risultano ancora insufficienti e le procedure per accedervi molto farraginose.
Inoltre, alcune situazioni non vengono tutelate, come quella dei figli di …Rosa, gravemente ferita dal marito, al punto di non potersi più occupare dei suoi bambini, che però non hanno alcun diritto, perché la loro madre non è morta…
Nel prossimo appuntamento andremo però a scoprire che in Italia sono molti i progetti a favore degli orfani di femminicidio, iniziative che stanno lavorando per sopperire alle lacune di questa legge che, comunque, rimane un primo passo molto importante a tutela di queste persone.
Manuela Stucchi, pedagogista