Giovedì 3 dicembre 2015 nell’Aula Magna Drigo dell’Università di Ferrara, si è tenuto il sesto ed ultimo incontro del Ciclo di Conversazioni sul Lutto, iniziativa che appartiene alla IV edizione del progetto culturale Uno Sguardo al Cielo, diretto dalla prof.ssa Paola Bastianoni.

La relatrice, Dr.ssa Federica Fontana, ha trattato il tema del comportamento funerario nel periodo paleolitico con particolare attenzione alle antiche sepolture delle alpi.

La Dr.ssa è Ricercatrice di Preistoria e Protostoria presso l’Università degli Studi di Ferrara, si è laureata in Storia antica e ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Scienze Antropologiche presso l’Università di Bologna con una tesi sul popolamento dell’area alpina sud-orientale da parte degli ultimi cacciatori-raccoglitori preistorici.

E’ incaricata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali della direzione scientifica delle indagini archeologiche in alcuni tra i principali depositi tardo-paleolitici e mesolitici del nord della Penisola (Riparo Tagliente – Verona, Malga Staulanza- e Mondeval de Sora – Belluno), anche attraverso collaborazioni con enti di ricerca italiani ed esteri.

In quest’ultima conferenza si è discusso il tema del comportamento funerario nel paleolitico.  L’identificazione di rituali funerari, per quanto riguarda il Paleolitico, costituisce un’impresa difficile poiché non si può affermare l’esistenza di un rito. L’ipotesi dell’esistenza, in questo periodo, di riti funerari è più che verosimile, ma lo stato attuale della documentazione non ne permette una conoscenza approfondita. Le sepolture costituiscono le migliori testimonianze della spiritualità dei popoli senza scrittura e rappresentano una testimonianza incontestabile dell’attenzione e del rispetto che gli uomini iniziarono ad attribuire al corpo dei loro defunti. Le più antiche inumazioni hanno fatto la loro comparsa circa 100.000 anni fa Questo non significa che in precedenza non fosse praticata alcuna forma di sepoltura: l’uomo esiste da alcuni milioni di anni e le sepolture che conosciamo, suggeriscono una piena coscienza della morte e del passaggio da uno stadio ad un altro. Se non si può parlare di sepoltura intenzionale nel vero senso del termine, è certo tuttavia che l’accumulo di questi corpi suggerisce un qualche tipo di concezione legata ai defunti. La situazione cambia radicalmente nel Paleolitico medio: a partire da circa 100.000 anni fa, le sepolture certe di questo periodo provengono esclusivamente dall’Europa occidentale, dal Vicino Oriente e dall’Asia centro-occidentale e sono tutte in grotta o sotto riparo. La posizione distesa sul fianco, con le gambe rannicchiate vicino al corpo sembra essere la più diffusa, ma esiste anche la posizione supina; in certi casi, nei corpi deposti sul dorso, la testa è stata sollevata grazie all’appoggio contro la parete della fossa. Stabilire l’esistenza di eventuali corredi nelle sepolture costituisce un problema complesso: i livelli archeologici nei quali si trovano le sepolture sono spesso ricchi di reperti e il terreno di riempimento delle fosse degli inumati contiene ossa di animali e strumenti che possono esservi stati immessi insieme al sedimento. Con il Paleolitico superiore la documentazione inerente alle usanze funerarie diviene assai più abbondante e diffusa geograficamente; la struttura delle sepolture si fa più complessa ed è certa la funzione di corredo degli oggetti associati ai defunti: gli elementi di ornamento rinvenuti sugli inumati testimoniano una volontà di auto definizione individuale, sociale o collettiva. Nel complesso la conferenza è stata apprezzata, soprattutto dagli studenti della dr.ssa Fontana che hanno preso parte alla serata. Lo scopo era quello di ripercorrere come sia cambiato nel tempo il modo di approcciarsi al defunto da un punto di vista funerario.

Per chi fosse interessato, si allega link per visionare breve sequenza dell’incontro

https://youtu.be/MoF_QQ5VSXY

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