di  Pier Luigi Gallucci – 2018

Quando muore un animale domestico a cui eravamo molto legati proviamo un dolore profondo, eppure spesso poco riconosciuto socialmente: i nostri sentimenti ed emozioni possono essere sminuiti o addirittura ridicolizzati dagli altri, tanto da indurci a vergognarci a esprimerli e affrontarli. L’assenza di una ritualità codificata per celebrare il distacco può, poi, acuire il disagio. In realtà gli studi dimostrano che la sofferenza per la morte di un animale amato non è tanto diversa da quella che ci colpisce quando muore una persona cara, ed è normale e legittimo sentirci afflitti. Così come è legittimo, se lo riteniamo necessario, chiedere aiuto a uno psicologo per elaborare il lutto.

Ogni perdita che affrontiamo necessita di un processo di accettazione ed elaborazione del lutto. Significa passare per fasi come la negazione, la rabbia, la paura, la depressione e la tristezza.

Nella società odierna assistiamo, senza quasi accorgercene, alla negazione della morte e di tutte le emozioni dolorose che hanno a che fare con essa. Non vogliamo integrarla nella nostra quotidianità, perciò è come se negassimo anche la nostra fragilità, sia fisica che emotiva. Di conseguenza molti di noi non si concedono di soffrire per la perdita del nostro amico a 4 zampe.

Nel libro Il dolore negato, Gallucci evidenzia che molti studi hanno ormai provato che gli animali, specialmente i mammiferi, provano emozioni e sono in grado di sintonizzarsi con gli stati emotivi degli esseri umani. Nella sua esperienza clinica ha raccolto storie di persone fortemente legate ai loro animali anche e proprio perché non si sentivano giudicate da loro, in grado di dare amore e affetto incondizionati come nessuna persona.

Il libro si conclude illustrando quali sentimenti e pensieri caratterizzano la perdita del nostro animale: tra di essi troviamo il senso di colpa. Può essere molto forte anche in ragione del fatto che un animale domestico dipende da noi per il sostentamento e le cure.

Categories: