Esiste un dramma silenzioso cominciato già da tempo nelle regioni più colpite dal dilagare del virus. Molti bambini piccoli, poco più che adolescenti sono rimasti soli. Proprio così. Soli. I loro genitori, positivi al Covid19, con l’aggravarsi delle loro condizioni di salute sono stati ricoverati e non hanno potuto più occuparsi dei loro figli. Sono molti i casi dei minori rimasti soli dei quali i servizi sociali si devono occupare. E’ duplice il dramma per loro: non solo la preoccupazione per la sorte dei genitori che per un lungo tempo non hanno potuto e non potranno più rivedere, ma anche il timore per la propria sorte. Non è semplice trovare una famiglia di appoggio, una famiglia affidataria, che si occupi temporaneamente di loro. Avrebbero bisogno di una presa in carico anche sanitaria questi minori: spesso sono positivi a loro volta, ancorché asintomatici, ma non lo si può sapere con certezza, perché non ci sono tamponi per tutti. Dovrebbero perciò osservare la quarantena preventiva, ma in quali condizioni, dove? In Lombardia un residence è stato convertito in struttura temporanea di accoglienza per i minori rimasti soli. Ma nel frattempo si cercano disperatamente famiglie disposte ad un affido temporaneo. Persone che siano disposte ad avere un grande coraggio e ad assumersi una grande responsabilità. Questi minori rischiano moltissimo. Rischiano di rimanere soli per sempre. Rischiano di sperimentare la solitudine e l’abbandono per un tempo che inciderà sulla loro pelle emotiva ferite incancellabili. Il virus miete molte più vittime di quelle dichiarate: non è vittima solo chi perde la vita, ma anche chi perde tutto quello che ha. Anche questi minori sono vittime. Vittime silenziose che non devono cadere nell’oblio delle tante categorie invisibili di questo tempo che non ha più parole per essere definito. Qualcuno lo paragona ad una guerra. Non lo so. Non so se questa sia una guerra. Ma di sicuro sta lasciando dietro di sé molte più macerie umane di quanto pensiamo.