• Autore: Simon Gardenfors
  • Casa editrice: Coconino
  • Anno di edizione: 2021

C’è davvero tanto dell’autore in questo graphic novel. Ed è forse quello che lo rende originale nonostante non lo sia il tema affrontato: l’elaborazione del lutto di un amico, da giovane.

Questo elemento costante di personale ci fa assistere, a volte quasi con imbarazzo, alla vita che i due ragazzi hanno vissuto insieme. Non ci sono filtri, almeno apparentemente, se non quello della forma grafica di cui parleremo dopo. Si dipana davanti a noi un diario per eventi significativi, ricordi gradevoli e odiati, che concorrono tutti alla forma che ha preso la loro amicizia. Le prese in giro, le incomprensioni, i difetti odiati, il sesso, le sperimentazioni. C’è tanto, se non tutto. Se come abbiamo detto c’è la morte è vero che c’è anche tanta vita, seppure passata. Ci sono i sogni che hanno accomunato i due amici. Come il sogno, concretizzato, di costituire un duo rap. I grandi dubbi della vita e le idee balzane per affrontarla.

Una caratteristica che ho apprezzato tanto è l’imperfezione di entrambi.

Comportamenti odiosi, opportunistici, offensivi, e tanti altri ancora, trovano spazio in questa narrazione.

Si avverte che è frutto del percorso di elaborazione del lutto portato avanti dall’autore. Nonostante le tinte meravigliosamente pop che offrono citazionismo, modelli di infografiche, leggerezza anni 90, interessanti espressioni di illustrazione fortemente grafica. Anche i titoli ed il lettering sembrano andare verso un’altra direzione emotiva eppure mentre leggiamo sappiamo che la morte è tra le pagine del racconto. Dalla cadenza narrativa che dà l’idea del ricordo, alla caratterizzazione estetica dei personaggi principali come, ad esempio, la scelta delle forme degli occhi, o ancora il simbolo dell’amico fuori pagina, ci ricordano che uno dei due non c’è più e che l’altro sta soffrendo nel ricordare. O forse nel vivere, come scopriamo verso la fine del graphic novel.

Uno dei centri della storia è, probabilmente, l’idea di un vivere denso e fluido che, con la morte dell’amico, il nostro autore ha perso e che non riesce più a trovare. Mi ha ricordato in questo i racconti di un reduce che ricorda il passato perché non può vivere il presente. Come verrà detto al nostro autore da una delle sue fidanzate, capace di sottolineare come la morte del suo amico incida nel presente delle sue relazioni.

Trovo che Il mio amico morto sia un’opera estremamente matura e affascinante che ho apprezzato leggendola con lentezza, a puntate. Uno o due ricordi alla volta per la capacità che ha nel richiamare anche i nostri ricordi.

  • Per approfondire:

Sito della casa editrice italiana https://www.coconinopress.it/prodotto/il-mio-amico-morto/

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