- Autore: Jon Klassen
- Casa editrice: Zoolibri
- Anno edizione: 2023
Una notte,
nel cuore della notte,
mentre tutti dormivano,
Otilia finalmente scappò.
Inizia così Il Teschio, scritto e illustrato da Jon Klassen, e portato a noi grazie alla traduzione di Greta Poli. Un “C’era una volta” che ci porta dentro d’un balzo, senza mediazioni.
Quando l’ho letto per la prima volta mi sono sentito immediatamente coinvolto dalla storia. Volevo sapere cosa sarebbe successo e allo stesso tempo non me ne rendevo conto: ero immerso nella narrazione. Ogni doppia pagina è un’azione, un piccolo colpo di scena che ci accompagna sempre più dentro la storia. C’è una forte componente ritmica, come la strofa di una canzone che chiude rilancia a quella successiva, “obbligandoci” a continuare.
Non posso raccontarvi la trama, mi spiace, ma rovinerei tanti piccoli colpi di scena. Ma c’è’ una storia nella storia. Anzi due: la genesi del libro e la vita dell’autore.
Genesi della storia
Klassen racconta di aver scovato casualmente questa storia in una biblioteca in Alaska, dove doveva fare una presentazione. Dopo averlo letto l’ha trovata una storia estremamente interessante.
Durante il viaggio di rientro ha continuato a pensarci su per un po’. Poi nulla, sino a quando gli ha bussato alla porta della sua memoria. Il problema è che non si ricordava il titolo.
Ha così contattato delle bibliotecarie che, quasi magicamente, l’hanno ritrovata. Una volta letta, si è reso conto che la storia era differente. Come accade a tanti, forse tutte/i, la storia letta precedentemente aveva dialogato amabilmente con lui, i suoi immaginari etc, e ne era nata un’altra.
Lui quella storia voleva raccontarla e, dopo averci pensato un po’ su, ha deciso che la sua versione gli piacesse di più. E così è nato The skull, di Jon Klassen.
Vista la tematica che noi trattiamo, rapporto letteratura e morte in senso ampio, non posso che consigliarvi di leggere tutte e tre le storie. Perché di tre, appunto, si tratta. La prima, se così si può dire, è un racconto tradizionale tirolese. Poi abbiamo quella che ha letto Klassen, che si intitola The skull e si trova in una raccolta intitolata “A book of Ghost and Goblins” riscritta da Ruth Manning-Sanders e illustrata da Robin Jacques. Trattandosi di paura e di morte può essere estremamente affascinante leggerle e vedere come nel tempo i nodi tabù siano modificati. Le scelte della protagonista, il finale, etc.
Ciò che ha modificato la mente di Kansen è molto interessante. E penso che sia anche materia di scambio estremamente interessante con bambine/i, ma anche con ragazze/i.
Jon Kansen
Eccoci all’altra storia nella storia. Klassen è nato a Winnipeg, in Canada. Una città in cui il buio è estremamente presente. Dell’autore avevo già letto Il buio, scritto da Lemony Snicket ed edito da Salani.
Confrontando queste due opere emerge la sua dedizione e passione per il buio. Buio in cui la paura è presente. Né buono né cattivo. Bensì uno spazio “normale”, che affascina e che offre tanto. Un luogo immaginifico, a volte reso persona, in cui le/i giovani protagoniste/i trovano se stesse/i.
Non posso che consigliarvi la lettura di Il teschio. Da sole/i, insieme a dei coetanei, delle bambine/i. Se vi chiedete da che età leggerlo, penso che in questo caso, come spesso accade, sia molto soggettivo.
Per approfondire:
- Qui un’intervista lunga all’autore https://www.youtube.com/watch?v=BSxyypdiMLI
- Qui la pagina Wikipedia, chiara con informazioni essenziali https://en.wikipedia.org/wiki/Jon_Klassen
Emanuele Ortu, esperto in pedagogia della narrazione