Regia: François Truffaut
Genere: Drammatico
Interpreti: François Truffaut, Nathalie Bayes, Jean Dasté, Jean-Pierre Moulin, Patrick Maléon, Jeanne Lobre
Origine: Francia
Anno: 1978
Trama: In una cittadina francese degli anni ’30 vive Julien, un uomo a cui il destino ha tolto la sua adorata moglie Giulia. Julien non accetta la morte della moglie così trasforma la sua camera in un santuario, colmandola di tutti i suoi ricordi più cari. Un giorno la casa prende fuoco, distruggendo ogni cosa, così Julien sposterà il suo santuario in una cappella abbandonata del cimitero dove, aiutato da Cecilia sua sacerdotessa, passerà il tempo a dialogare con i suoi cari defunti.
Recensione: La camera verde è il secondo film di Truffaut, dopo il ragazzo selvaggio in cui il regista è anche attore protagonista: in entrambi il suo personaggio si occupa, pur senza esserne il padre, della cura di un ragazzino in difficoltà, e ciò rappresenta un collegamento con un tema assai caro al regista: la cura dell’infanzia. La camera verde, all’epoca della sua uscita nelle sale, non ebbe alcun successo di pubblico, poiché catalogato superficialmente come film sui morti e sulla morte. In realtà si tratta, anche e soprattutto, di una storia d’amore imperniata sul dilemma della memoria e dell’oblio: nel film vengono affrontati con coraggio temi complessi come la degradazione del corpo, la presenza incombente della morte, l’idea del tempo che trascorre inesorabile, la provvisorietà dei sentimenti e dell’amore. È una pellicola emozionante, sfaccettata, ricca di momenti notevoli (il finale, in primis). Tra le fotografie presenti all’interno della “camera verde”, si segnalano quelle di artisti come Henry James, Oscar Wilde e Marcel Proust. Musiche di Maurice Jaubert, fotografia di Néstor Almendros.