Quella di Fillippo Corsini (21 anni), il giovane principe fiorentino travolto con la sua bici, a Londra, da un tir lunedì mattina, mentre si recava a lezione, vicino alla fermata della metropolitana di Knightsbridge, piena di fiori e biglietti, è una favola senza lieto fine.
A Firenze sono in tanti a piangere per questo ragazzo gentile e sempre sorridente che discendeva da una delle famiglie più antiche della città. Filippo aveva lasciato la sua casa sulle colline del Chianti, per studiare economia, alla Regent’s University. A raggiungere Londra per riportare a casa la salma di Filippo è stata la nonna. La tenuta è avvolta da un silenzio irreale, interrotto solo dal continuo pellegrinaggio dei tanti che, in questo momento terribile, hanno voluto essere vicini ai genitori e alle due sorelle più giovani.
Pieno di sogni e talento, era destinato ad affiancare il padre nella gestione della tenuta di famiglia, famosa a livello internazionale per la produzione di Chianti classico e olio, con i metodi dell’agricoltura biologica. Aveva già intrapreso un progetto cui teneva moltissimo: la creazione di un vino firmato da lui con l’uva ottenuta dai filari che il padre gli aveva affidato. Il nome, Fico, era stato ispirato dalle iniziali del suo nome, ma anche da un antico albero del podere di famiglia.
Attivo nel volontariato, sosteneva un’associazione – l’Abc – che si occupa di curare bambini con la sindrome genetica Cri du Chat.
Purtoppo Federico è un’altra giovane vittima, che ha perso la vita in un incidente stradale.
La terza domenica di novembre di ogni anno è la “Giornata mondiale in memoria delle vittime della strada”. Questo momento di ricordo e riflessione è stato proclamato dall’ Onu (Organizzazione delle nazioni unite) nel 2005, con la speranza che possa contribuire al cambiamento delle abitudini negative degli automobilisti.
Alessandra Chiaromonte