Stringimi le mani. Non importa se ricordi il mio nome o no in questo momento. So che nel profondo del tuo cuore conservi il suono del nomignolo che mi avevi dato come la più dolce delle melodie. So che, presto o tardi, basterà una frazione di secondo, un profumo, una porta che sbatte, a riportarti da me. Per un istante, anche solo il tempo di uno sguardo. Ma ormai, io e te, abbiamo imparato a vivere di brevi momenti. Ho imparato a farmeli bastare, anche se darei qualsiasi cosa per tornare ad un tempo in cui, al centro di tutto, c’eravamo proprio io e te. Io e te che aspettavamo che la mamma uscisse di casa per guardare la nostra telenovela preferita, o per preparare i biscotti al cioccolato. Io e te che ballavamo il valzer sotto lo sguardo divertito del nonno. Io e te che ridevamo di tutto e di niente, inconsapevolmente grate di quel tempo che ci veniva concesso. Il tuo sguardo vuoto mi riempie il cuore di tristezza. Tu non mi riconosci più e, lo confesso, nemmeno io. Devo fare un grande sforzo per immaginare, al di là dei tuoi occhiali, i tuoi occhi accesi e birichini, nonostante l’età, quegli occhi che appoggiavi su di me mentre mi circondavi con le tue braccia ogni volta che ci riposavamo insieme sul divano. Quanto tempo abbiamo ancora? Un mese, un anno? Nessuno lo sa. Stringimi le mani, perché quella stretta è ciò che più assomiglia a te e a ciò che siamo state. Mi ricorda la tua presa sicura, mentre mi tenevi la mano per accompagnarmi a scuola. Allora mi infastidiva un po’, perché avrei voluto camminare da sola. Adesso è tutto ciò che mi rassicura. Perché il mio futuro senza di te mi sembra vuoto, incerto. Stringimi le mani. Chiuderò gli occhi e fingerò di essere nel campo pieno di sole della casa in collina. Potrò sentire ancora il tuo tocco leggero, mentre mi trovavi sempre dopo che mi ero nascosta in uno dei miei soliti nascondigli, che tu avevi imparato a memoria. Respirerò il tuo profumo, mentre mi prendi in braccio e mi mostri il punto più lontano oltre il fiume. Stringimi le mani ora che sento di dover attraversare quel fiume da sola, mentre le correnti mi trascinano dove non si tocca, dove il fondo è più scivoloso e fa paura. Tienimi stretta e non lasciare che io mi perda, perché senza di te io non saprei più trovare la strada, non saprei più da dove sono partita né dove sono diretta, potrei trovarmi a vagare ovunque, mentre tu sei tutto quello che mi serve per sentirmi a casa. Stringimi le mani e allontana da me questa paura di non ricordarmi più com’eri, di chiudere gli occhi e non vedere più il tuo volto chino su una tela da ricamo, o le tue braccia intente a tirare la sfoglia, oppure le tue guance allargarsi nel sorriso che solo tu sai fare. Allontana da me la paura di dimenticare la tua voce, di non ricordare più le canzoni che mi cantavi, o le parole che mi dicevi. Aiutami ad imprimere ogni istante nella memoria, per tenerlo stretto a me e poterlo riassaporare ogni volta che ne avrò bisogno. Stringimi le mani e aiutami a ricordare che si può amare in qualsiasi condizione e in qualsiasi momento, senza aspettare il luogo ed il tempo giusti, perché non esistono luogo e tempo migliori di quelli che stiamo già vivendo. Amami anche se non mi riconosci più, amami per quella che sono, così come io amerò te per sempre. Stringimi le mani e rimani immobile insieme a me. Perché le parole più belle, io e te, ce le siamo sempre dette in silenzio. Stringimi le mani. Stringimele forte. E non lasciarle più.

Monica Betti, insegnante di Scuola dell’infanzia

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