Regia: Julie Bertucelli
Genere: Drammatico
Interpreti: Charlotte Ginsbourg, Morgana Daves, Marton Csokas, Aden Young
Origine: Francia, Australia
Anno: 2010
Trama: La serenità di una famiglia australiana è sconvolta dalla tragica morte del padre in un incidente d’auto in cui rimane coinvolta anche la piccola figlia Simone. L’auto si è fermata su di un imponente albero di fico del loro giardino e Simone si è persuasa che l’anima del padre continui a vivere nella grande pianta, che da sempre ha rappresentato un riparo sicuro per tutta la famiglia. Col tempo le maestose radici e i grandi rami dell’albero minacciano la sicurezza della loro casa tanto da spingere Dawn, la madre, a prendere una drastica decisone.
Recensione: La Bertuccelli realizza al tempo stesso un dramma familiare sull’elaborazione del lutto che sfocia verso derive fantastiche e, contemporaneamente, un diario di formazione dove il mondo è visto attraverso gli occhi di una bambina di 8 anni. Disperso nella vastità del paesaggio australiano, dove anche la casa con l’albero appare come l’ingrandimento di un dettaglio isolato rispetto la vastità (quasi) infinita dello spazio che si sente nel fuori-campo, e potenziato dalle immagini di case che camminano e dei treni che passano da cui si sentono i rumori sotto le rotaie,The Tree è anche sballato ma ambizioso in modo istintivo e non calcolato. Magari può apparire esagerato il modo con cui viene mostrato l’albero come metafora della reincarnazione, evidente soprattutto nei momenti in cui cade sulla casa (dopo che la moglie ha conosciuto un altro uomo), e la donna continua a stare sul letto con i rami addosso; o nel liquido che emana, come se si trattasse di un corpo che lacrima. Però la Bertuccelli sa sedurre senza pretendere di farlo e ciò si vede nello sguardo su una famiglia che cerca di riprendersi ma non riesce ad affrontare il presente. C’è un dialogo molto intenso tra Dawn e Simone in cui la madre (una bravissima Charlotte Gainsbourg) le dice che il padre non verrà mai dimenticato ma in qualche modo bisogna cercare di essere felici; la bambina si alza e se ne va. Potente poi la presenza della natura che convive con la famiglia, tra pipistrelli nell’appartamento a ranocchie che escono dal bagno. Qui, dentro il luogo, prima dello spostamento, ci sono tracce di quella verginità incontaminata del cinema di Weir, arricchita poi da una tempesta devastante di cui si sentono quasi gli effetti addosso. Un elemento aquasi divino per spazzare la casa, quindi la memoria.