Il 7 Gennaio alle h 21.00 il Progetto Culturale – Uno Sguardo al Cielo vi dà appuntamento al webinar gratuito dal titolo: Lockdown fase tre: emozioni, stress e coping.
Il webinar condotto dal dott. Mauro Serio presenterà i risultati della ricerca condotta nei mesi scorsi da un gruppo di ricerca dell’Università di Ferrara composto dal dott. Serio, dalla dott.ssa Pierucci e dalla prof.ssa Bastianoni.
Link per effettuare l’iscrizione preferibilmente entro il 7 Gennaio 2021 h 12.00:
https://www.unosguardoalcielo.com/
Info: Dott.ssa Alessandra Chiaromonte
conversazionilutto@unife.it
L’indagine condotta da Paola Bastianoni, Pierpaola Pierucci e Mauro Serio del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara si è svolta attraverso la compilazione online di un questionario tra il 12 e il 24 maggio 2020 e si è concentrata sugli stati d’animo, fattori di stress e comportamenti di coping nella cosiddetta fase tre del lockdown. L’indagine era aperta a tutti i cittadini. Nel momento di questa rilevazione, nei giorni in cui le restrizioni dovute alle decisioni prese per circoscrivere le conseguenze della epidemia di Covid19 cominciavano ad allentarsi, l’ipotesi dei ricercatori era che le conseguenze di tale situazione non si riducevano di pari passo con i tempi di riconquista delle libertà temporaneamente sospese, almeno per una parte significativa della popolazione. Dalla rilevazione generale questo è apparso subito vero, non tutti riuscivano ad attivare modalità di coping, e quindi capacità di resilienza, in grado di riportare in tempi brevi l’equilibrio psico-fisico-sociale ai tempi pre-covid19. Questo dato che veniva da subito confermato dalle prime elaborazioni delle risposte ricevute era un ulteriore elemento che spingeva ad intervenire subito si alcune tipologie di popolazione prese in esame, come ad esempio quella degli studenti. Anche da questo, ma non solo da questo, l’Università di Ferrara ha attivato il progetto Da soli mai proposto e gestito dalla prof.ssa Paola Bastianoni. Il fatto che esistano differenze abbastanza piccole nelle modalità di coping in relazione alle diverse situazioni sociali, il tipo di occupazione o la situazione contrattuale, sembra indicare che le modalità di coping siano fondamentalmente connesse alla situazione specifica che deve essere affrontata. Abbiamo voluto valutare anche l’impatto sulle caratteristiche di coping delle persone che hanno dichiarato di fare volontariato rispetto al gruppo generale. Ci sono differenze significative nelle modalità di coping, ma non possiamo dire se sia l’attività stessa di volontariato a produrre tali differenze oppure le disposizioni personali di chi decide di dedicare le sue competenze e il suo tempo ad svolgere attività utili per la comunità e le altre presone. Se prendiamo in considerazione l’aspetto dei sentimenti e delle emozioni dichiarati dai rispondenti ci accorgiamo quanto la disposizione individuale sia influente su come le persone attivano le proprie modalità di coping creando un vero e proprio spartiacque tra un tipo di emozioni che vengono vissute come fastidiose:, sentirsi spaventato, irritato, ansioso, apatico e un altro tipo vissute come tranquillizzanti: sentirsi sicuro, rilassato, speranzoso, attivo. Rimane aperta la discussione su cosa possa influire su tale modalità personale di reazione: la struttura di personalità, l’ereditarietà, il carattere, i valori, l’esperienza. Forse tutti questi fattori hanno importanza per non ritornare all’eterno dibattito su ciò che è innato e ciò che è appreso. Ad oggi appare difficile pesare i diversi fattori ma certamente possiamo affermare che i dati della ricerca indicano che le persone, di fronte alla medesima situazione, possono reagire diversamente in base alla loro condizione sociale, ma soprattutto possono reagire diversamente in base alle loro disposizioni personali. Questo lascia ampi margini operativi per favorire nelle persone in difficoltà la crescita di capacita di coping e di resilienza di fronte ad eventi stressanti.