Credits John Everett Millais, Ophelia

Bentrovate e ben trovati al nuovo podcast di Sulla soglia. Oggi abbiamo con noi Angela Catrani, agente letteraria ed editor e studiosa specializzata in letteratura edita per l’infanzia e le ragazze/i. Con Angela abbiamo aperto un confronto su come la morte possa essere presente nell’editoria per adolescenti, se sia ancora un tabù e su quali siano ad oggi le possibilità di trattare, anche “solo narrativamente”, questo tema nella produzione. Dopo aver affrontato nei primi due episodi la fiaba e gli albi illustrati, con questa intervista ci concentriamo sulla narrativa.

Prima di lasciarvi al podcast due parole sull’immagine. Immagino che in molte/i avranno riconosciuto immediatamente l’Ophelia di J.E. Millais. Due i collegamenti. Il primo è legato all’intensità della morte di questo meraviglioso personaggio di Shakespeare, la forte fisicità con cui l’affronta e la sua estremizzazione, che ben richiama, a mio parere, il rapporto spesso estremo delle emozioni in età adolescenziale.

Dall’altro mi permette di aprire a delle interconnessioni narrative. Infatti, da questa puntata oltre il podcast e un rilancio ad un dipinto o ad uno spettacolo teatrale, si aggiunge anche la proposta di una playlist. Infatti, Ofelia è stata ispirazione non solo di poesia e pittura ma anche per canzoni di generi estremamente differenti tra loro.

Non mi resta che augurarvi buon ascolto, lettura e visione!

Per approfondire il lavoro di Angela Catrani

https://www.inaltreparoleagenzialetteraria.com/

Due parole su Ophelia di J.E. Milleis

Ecco a voi un breve approfondimento all’opera di MIlleis

https://www.tate.org.uk/art/artworks/millais-ophelia-n01506/story-ophelia#:~:text=Ophelia%20is%20one%20of%20the,illustrations%20from%20Shakespeare’s%20play%20Hamlet.

Piccola playlist

Come accennato, inauguriamo con questo podcast la presenza di una breve selezione musicale, che vuole ampliare ancora di più la possibilità di immergersi nella tematica attraverso forme di narrazione differenti. Per ogni puntata troverete dei rilanci musicali che spaziano tra generi diversi.

Se ci sono dei titoli che vorreste inserire in questa playlist scrivete a ortuem@gmail.com, indicando titolo, autrice/ore e link a youtube. La inseriremo in questa puntata.

Nick Cave e Kylie Minogue, danno vita ad una ballata intima e lirica allo stesso tempo il cui video richiama il dipinto di Millais https://www.youtube.com/watch?v=lDpnjE1LUvE

(qui trovate un approfondimento https://www.radiocittaperta.it/musica/lophelia-di-millais-e-il-videoclip-where-the-wild-roses-grow-con-nick-cave-e-kylie-minogue/)

Ci spostiamo su sonorità più ritmate ed apparentemente solari con Robbie Robertson con The band, https://www.youtube.com/watch?v=xe7y7ByOrwQ

Con Althea, dei Grateful Dead, torniamo ad atmosfere cupe con un brano che riporta tracce dell’Amleto e della morte di Ofelia. https://www.youtube.com/watch?v=ju7iHqZsQ2s

Chiudiamo con la lirica grazie a queste opere composte da Johannes Brahms https://www.youtube.com/watch?v=AAKkRGVKbKQ

Buon ascolto!

Una lettura per ogni podcast

Poiché oltre alla musica mancava all’appello la poesia, ecco a voi il primo suggerimento: Ophelia di Arthur Rimbaud.

Vi copio prima il testo originale ed alla fine la traduzione in italiano di Laura Mazza

Sur l’onde calme et noire où dorment les étoiles
La blanche Ophélie flotte comme un grand lys,
Flotte très lentement, couchée en ses longs voiles…
– On entend dans les bois lointains des hallalis.

Voici plus de mille ans2 que la triste Ophélie
Passe, fantôme blanc, sur le long fleuve noir.
Voici plus de mille ans que sa douce folie
Murmure sa romance à la brise du soir.

Le vent baise ses seins et déploie en corolle
Ses grands voiles bercés mollement par les eaux;
Les saules frissonnants pleurent sur son épaule,
Sur son grand front rêveur s’inclinent les roseaux.

Les nénuphars froissés soupirent autour d’elle;
Elle éveille parfois; dans un aune qui dort,
Quelque nid, d’où s’échappe un petit frisson d’aile:
– Un chant mystérieux tombe des astres d’or.

II

Ô pâle Ophélie! belle comme la neige!
Oui, tu mourus, enfant, par un fleuve emporté!
– C’est que les vents tombant des grands monts de Norwège
T’avaient parlé tout bas de l’âpre liberté;

C’est qu’un souffle, tordant ta grande chevelure,
À ton esprit rêveur portait d’étranges bruits;
Que ton cœur écoutait le chant de la Nature
Dans les plaintes de l’arbre et les soupirs des nuits;

C’est que la voix des mers folles, immense râle,
Brisait ton sein d’enfant, trop humain et trop doux;
C’est qu’un matin d’avril, un beau cavalier pâle,
Un pauvre fou, s’assit muet à tes genoux!

Ciel! Amour! Liberté! Quel rêve, ô pauvre Folle!
Tu te fondais à lui comme une neige au feu:
Tes grandes visions étranglaient ta parole
– Et l’Infini terrible effara ton œil bleu!

III

– Et le Poète dit qu’aux rayons des étoiles
Tu viens chercher, la nuit, les fleurs que tu cueillis;
Et qu’il a vu sur l’eau, couchée en ses longs voiles,
La blanche Ophélie flotter, comme un grand lys.

Ofelia

Sull’acqua calma e nera, dove dormono le stelle,
come un gran giglio ondeggia la bianca Ofelia,
ondeggia lentamente, stesa fra i lunghi veli…
– Dalle selve lontane s’odono grida di caccia.

Son più di mille anni che la triste Ofelia
passa, bianco fantasma, sul lungo fiume nero.
Son più di mille anni che la sua dolce follia
mormora una romanza alla brezza della sera.

Il vento bacia i suoi seni e dischiude a corolla
i grandi veli cullati mollemente dalle acque;
i salici frusciando piangono sulla sua spalla,
sull’ampia fronte sognante si chinano le canne.

Le ninfee sfiorate le sospirano intorno;
ella risveglia a volte, nel sonno di un ontano,
un nido da cui sfugge un piccolo fremer d’ali:
– un canto misterioso scende dagli astri d’oro.

II

O pallida Ofelia, bella come la neve!
Tu moristi fanciulla, da un fiume rapita!
– I venti che precipitano dai monti di Norvegia
ti avevano parlato dell’aspra libertà;

e un soffio, sconvolgendo le tue folte chiome,
all’animo sognante portava strani fruscii;
il tuo cuore ascoltava il canto della Natura
nei gemiti delle fronde, nei sospiri delle notti;

l’urlo dei mari in furia, come un immenso rantolo,
spezzava il tuo seno acerbo, troppo dolce ed umano;
ed un mattin d’aprile, un bel cavaliere pallido,
un povero folle, si sedette muto ai tuoi ginocchi!

Cielo! Amore! Libertà! Qual sogno, mia povera folle!
Tu ti scioglievi a lui come la neve al sole:
le tue grandi visioni ti strozzavan la parola
– e l’Infinito tremendo smarrì il tuo sguardo azzurro!

III

– Ed il poeta dice che ai raggi delle stelle
vieni a cercar, di notte, i fiori che cogliesti;
e d’aver visto sull’acqua, distesa fra i lunghi veli,
la bianca Ofelia ondeggiare come un gran giglio.

15 maggio 1870

Traduzione di Laura Mazza

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