Il progetto “Uno sguardo al cielo. Percorso di avvicinamento all’elaborazione del lutto”, diretto e coordinato dalla prof.ssa Paola Bastianoni, nasce nel 2012, in collaborazione con Amsef (Agenzia di onoranze funebri di Ferrara), l’Università degli Studi di Ferrara, e, più di recente, con l’ agenzia funebre Pazzi di Ferrara, con l’obiettivo specifico di offrire sostegno alle persone che, nell’affrontare un lutto, trovano difficoltà nella sua elaborazione, concentrando il focus su due aspetti specifici – il lavoro del lutto e l’educazione alla morte- irrinunciabili all’interno di una riflessione individuale, sociale e culturale che sia tesa a restituire alla morte il posto che le spetta quale ultimo segmento della vita che merita di essere custodito e a costruire una cultura dell’accettazione della morte che consenta a ciascuno di equipaggiarsi per proporre e sostenere un progetto di vita consapevole.
Nell’ambito della proposta culturale di “Uno sguardo al cielo”, i percorsi di avvicinamento all’elaborazione del lutto si pongono principalmente l’obiettivo di sensibilizzare e sostenere i partecipanti ad avvicinarsi alle tematiche del lutto facilitando la condivisione e la circolarità emotiva tra persone colpite da differenti eventi traumatici, attraverso la creazione e l’organizzazione di momenti e spazi di comunicazione e confronto.Tra le diverse iniziative in cui, nel corso delle quattro edizioni, si è articolato il progetto, una è dedicata ad un Ciclo di conversazioni sull’elaborazione del lutto: in un fitto calendario di appuntamenti serali, numerosi relatori ed esperti appartenenti a mondi tra loro apparentemente distanti – letteratura, medicina, psicologia, religione – hanno offerto, secondo prospettive diverse ma tra loro dialoganti, il proprio contributo di riflessioni e proposte sul senso della morte e sul lavoro del lutto, con l’intento di proporre uno scambio intenso e partecipato su ciò che succede quando la morte sottrae e priva, restituendo diritto di albergo al dolore e prospettando la costruzione di una relazione affettiva simbolica con chi non c’è più come reale concessione di risarcimento emotivo che la vita e la memoria offrono a chi sopravvive ad un lutto. I temi trattati nel corso degli incontri hanno riguardato la perdita di un figlio, il racconto della morte ai bambini, spiritualità e ritualità del lutto, il diritto all’autodeterminazione, il sostegno ad un familiare che si sta separando dalla vita; affrontare il lutto di un coniuge; sostenere il lutto delle coppie omosessuali prevenendo il dolore delle esclusioni dovute ai pregiudizi omofobici; elaborare il lutto per la morte dei genitori in persone adulte; il suicidio di un familiare; morti violente e improvvise e le possibilità di fronteggiare l’evento di crisi; il lutto perinatale. Le metodologie impiegate dai conduttori delle conversazioni, interattive e rivolte alla partecipazione di tutti attraverso l’utilizzo di immagini e di proiezioni filmiche o la presentazione di volumi, hanno consentito ai partecipanti di affrontare il tema doloroso della perdita anche attraverso la mediazione facilitante di immagini e storie. Oltre ai momenti di discussione collettiva, “Uno sguardo al cielo” offre, a livello individuale, un Servizio di Consulenza psicologica rivolto alle persone che hanno affrontato e/o si trovano ad affrontare perdite gravi o lutti.
Nel 2014 il progetto si è ulteriormente arricchito affiancando al tema del lavoro del lutto, che si sviluppa attraverso una forma di interiorizzazione della memoria della persona morta nella sfera emotiva e personale di ciascuno, una dimensione maggiormente inter-soggettiva e globale: l’educazione alla morte. Nel corso dell’ultimo bienno, “Uno sguardo al cielo” ha realizzato, infatti, in alcune scuole di diverso ordine e grado del territorio ferrarese, un breve percorso di Educazione alla Morte, articolato in diversi laboratori differenziati per età e rivolti agli alunni delle scuole dell’infanzia, delle scuole primarie, superiori di primo e secondo grado e a studenti universitari, che hanno aperto, attraverso la ricerca e la sperimentazione delle innumerevole possibilità espressive offerte dalle diverse forme artistiche (scrittura, lettura di racconti e fiabe, visione di film, realizzazione di fumetto e disegni) e la condivisione in gruppo delle emozioni a partire dal proprio vissuto emotivo, uno spazio di riflessione su tematiche spesso dimenticate, evitate, volutamente non trattate: l’ interdipendenza tra la vita e la morte e il legame che esiste tra i vivi e tra chi non c’è più. I laboratori di educazione alla morte, cosi pensati e strutturati, hanno permesso di affrontare su più livelli e con metodologie didattiche adeguate, temi ed esperienze relative al lutto e alla perdita, con l’obiettivo di offrire ai bambini e ai ragazzi gli strumenti intellettivi, emozionali ed esperienziali utili a favorire la comprensione e l’accettazione della fine del periodo vitale come parte imprescindibile della vita stessa e, attraverso la presa di coscienza della propria e altrui mortalità e fragilità, contribuire a rendere l’esistenza più autentica e consapevole.
Nel 2015, inoltre, grazie alla sempre più proficua collaborazione tra le Agenzie funebri Amsef e Pazzi,e l’Università degli Studi di Ferrara, il progetto si è intrecciato con il master “Tutela, diritti e protezione dei minori”, diretto dalla prof.ssa Paola Bastianoni, richiedendo, nello specifico, il coinvolgimento attivo dei corsisti nella partecipazione ad un call for paper sul tema della perdita, intesa nella sua maniera più ampia e nelle sua varie declinazioni, e nel concorso per la borsa di studio “Sara Cesari” (una giovane studentessa dell’Università di Ferrara, scomparsa tragicamente qualche anno fa e alla quale il master ha già dedicato il suo manuale “I diritti dei minori. Percorsi di tutela e protezione” per tener viva la memoria di una ragazza che avrebbe desiderato mettere a disposizione dei bambini le conoscenze e le competenze che stava acquisendo nel suo percorso di studi), offerta dalle Agenzie funebri Amsef e Pazzi di Ferrara, per la miglior tesi sul tema della perdita, dell’elaborazione del lutto, dell’educazione alla morte. Le tematiche relative all’elaborazione del lutto, infatti, si innestano fortemente nel variegato terreno dei temi relativi alla tutela dei minori (di cui il master da sempre si occupa) e abbracciano la sfera del loro diritto, ad esempio, ad essere informati nel caso di malattie o morte di una persona cara, del loro diritto ad essere protetti nel caso di separazioni (dalla famiglia, dalla terra d’origine), o, ancora, fanno riferimento ad una dimensione educativa relativa alla comprensione della morte durante tutto il ciclo della vita che si esplica attraverso percorsi educativi e di insegnamento utili ad integrare il concetto di morte nella vita delle persone, a partire dall’infanzia.I contributi scientifici dei relatori che hanno partecipato alle quarta edizione del Ciclo di conversazioni sul lutto e i lavori di tesi di alcuni corsisti del master che hanno aderito al call for paper e al concorso per la borsa di studio, confluiranno nel volume (di cui questo libretto è copia non conforme all’originale) “Dialoghi ininterrotti: dall’educazione alla morte al sostegno nel dolore della perdita” che sarà pubblicato dalla casa editrice Mimesis.
la quarta di copertina
Noi siamo mortali, certo, ma non solo.
Siamo anche natali.Nasciamo più volte , se compiamo i passi che la vita richiede: morire alla nostra infanzia e adolescenza per assumere la responsabilità adulta; morire alla forza della maturità per entrare nella vecchiaia fragile.E’ il pensiero della nostra continua “natalità” che permette a ciascuno di contribuire alle dinamiche vitali, come la giustizia, la pace, la libertà, e di stare lontani da quelle mortali, dalle esclusioni e dalle violenze.” (E.Peyretti)
Tutte le esperienze riconducibili a grandi temi esistenziali, la nascita come la morte, la malattia come la guarigione, rappresentano, nella vita di ciascuno, momenti evolutivi caratterizzati dalla riorganizzazione di molteplici aspetti personali, familiari e sociali. Tali eventi lasciano un segno nelle storie degli individui: lacerazioni traumatiche cosi profonde da vietare l’accesso a qualunque capacità di fronteggiamento, o tracce utili a rivisitare la propria esistenza attraverso il riconoscimento della condizione di finitezza che caratterizza qualunque fenomeno vivente e il valore che in quest’ottica assume una profonda ricerca di senso e di significato della vita stessa.
Emarginare il pensiero della perdita e delle separazioni, evitare di parlare del dolore, fingere che nulla sia accaduto nel caso di morte di una persona cara, lascia che prevalgano, a fronte di una rifessione autentica sulla natura del legame con la persona persa e sulla morte quale momento utile a rifondare la dimensione etica del proprio stare al mondo e delle proprie relazioni dialogiche con l’altro (nell’ accezione più ampia di incontro con l’altro), il silenzio e l’oblio con tutta la loro portata di rimozione di immagini e memorie, disconoscimento della ricchezza dei legami affettivi, sgretolamento delle possibilità di pervenire ad un equilibrato adattamento alla nuova realtà in assenza fisica della persona significativa.
In maniera differente, riannodare il filo spezzato del passato con quello del presente, avvicinarsi con il pensiero al dolore e trovare le parole per esprimerlo in un continuo dialogo interiore con chi non c’ è più e attraverso la condivisione dei vissuti di perdita con interlocutori che siano in grado di partecipare emotivamente alle proprie vicende personali, rende possibile la creazione di una trama relazionale collettiva caratterizzata da ascolto, empatia ed accoglienza che consente di elaborare il lutto e reinvestire nuovamente in legami e obiettivi vitali.
Il volume “Dialoghi (in)ininterrotti: dall’educazione alla morte al sostegno nel dolore della perdita”
nato grazie alla volontà di Paola Bastianoni, responsabile scientifica del progetto “Uno sguardo al cielo.Percorsi di avvicinamento all’elaborazione del lutto”, di Paolo Panizza, amministratore unico di Amsef (Agenzia onoranze funebri di Ferrara) e di Michela Pazzi, (Agenzia funebre Pazzi di Ferrara), ai contributi scientifici dei relatori che hanno partecipato alle quarta edizione del ciclo di conversazioni sul lutto del progetto e ai lavori di tesi di alcuni corsisti del master “Tutela, diritti e protezione dei minori”(Università degli Studi di Ferrara), si propone di analizzare l’esperienza del lutto, riferibile ad ogni perdita che si configuri come rottura di relazioni significative, e di osservare e raccontare i processi del morire in diverse situazioni: morte perinatale, suicidio, malattia in fase terminale, percorsi di Death education. Nel dialogo-esterno ed interno- l’esperienza dolorosa si trasforma, diventa narrazione e va oltre l’evento di perdita, riattribuendo nuovi significati alla vita come alla morte, all’interno di una coralità di emozioni condivise. (Loredana Catalano)