Regia: Mikhaël Hers
Genere: Educare i bambini alla morte
Tipologia: Drammatico
Interpreti: Vincent Lacoste, Isaure Multrier, Stacy Martin, Ophélia Kolb, Marianne Basler
Origine: Francia
Anno: 2018
Trama: David vive a Parigi di lavoretti saltuari per sbarcare il lunario e rimandare le responsabilità. Orfano di padre e abbandonato dalla madre diversi anni prima, la sua famiglia sono la sorella e la nipotina. Sandrine, insegnante di inglese, alleva Amanda da sola, veglia sul fratello e aspetta solo di innamorarsi di nuovo. Tra un bicchiere di vino e una conversazione in bicicletta il loro ménage procede sereno.
Recensione: David (Vincent Lacoste) è un giovane di ventiquattro anni, che non ha ancora trovato la sua strada, il suo posto nel mondo. Vive la sua vita con leggerezza, svolgendo tanti piccoli lavori: da giardiniere per la città di Parigi, a mediatore di case in affitto per turisti. David è molto legato alla sorella Sandrine (Ophélia Kolb), madre single e figura forte e responsabilizzante della famiglia, e alla di lei figlia di sette anni Amanda (Isaure Multrier). David e la sorella erano stati cresciuti dal padre, a causa dell’abbandono della madre fuggita a Londra, quando erano ancora bambini. Un giorno Sandrine si ritrova con amici per un pic-nic al parco, senza fare più ritorno a casa. Sandrine è tra i tanti giovani che, quel giorno, sono caduti vittime dell’attacco di un terrorista, e toccherà a David doversi prendere cura di Amanda, con l’aiuto di una zia materna. La scomparsa di Sandrine accade proprio mentre David inizia a vivere la storia d’amore della sua vita con Lena, ragazza del sud della Francia sopravvissuta allo stesso attacco terroristico. Sia David che Amanda si vedono costretti a confrontarsi con il tragico lutto, ognuno nel modo che la propria età e il proprio stile di vita gli consente. Da un lato David fatica molto a farsi carico di Amanda, schiacciato dalla paura di non essere in grado di gestire una responsabilità che sente più grande di lui e dall’improvvisa assenza della figura forte e trainante della famiglia. Entrambi distrutti, persi, inizialmente vivono il lutto in modo introverso, non riuscendo ad affrontare l’argomento. Ma il farsi carico di Amanda, pian piano aiuta da un lato David a confrontarsi con le sue paure e ad affrontarle, dall’altro Amanda a non tenersi tutto dentro. È evidente come il lutto vissuto dai bambini, argomento poco trattato dal cinema – “Molto forte, incredibilmente vicino” di Stephen Daldry (2011) e “Monsieur Lazhar” di Philippe Falardeau (2011) – sia il tema predominante di quest’opera. Nonostante ciò, il regista riesce ad affrontarlo con grande leggerezza, senza mai cadere nel melodrammatico e lasciando pian piano trasparire nei protagonisti una speranza. Mentre il tema degli attacchi terroristici, tenuto conto della sua drammatica attualità, è trattato in questi ultimi anni con frequenza. Basti citare: “Boston: Caccia all’uomo”, di Peter Berg (2017), “13 novembre: Attacco a Parigi” (2018) di Gédéon e Jules Naudet, “L’Epoque” di Matthieu Bareyre (2018) e “22 luglio” di Paul Greengrass (2018). Lo è invece con minor frequenza dal punto di vista dei bambini, come il già citato “Molto forte, incredibilmente vicino”. Dopo “Memory Lane (2010) e “This Summer Feeling” (2016), il terzo lungometraggio di Mikhaël Hers è stato presentato nella sezione Orizzonti della 75° Mostra internazionale del cinema di Venezia. Il regista, in un’intervista alla Mostra del cinema, afferma: “Il tema del lutto è presente in tutti i miei film. In questo caso ho voluto affrontarlo in modo più diretto. In questo caso ho voluto filmare la Parigi di oggi, che è la mia città, catturare qualcosa dell’atmosfera, della fragilità e dell’elettricità; inoltre ho voluto parlare della paternità, anche se in questo caso è accidentale, ereditata; infine i suoi attentati, ossia un film non sugli attentati ma post attentati, che testimonia del presente, raccontando una città impregnata di tutto questo.” A proposito del taglio dato all’opera, afferma: “Quello che cerco di fare, nelle scelte di regia e di scenografia, è affrontare tematiche tragiche, ma sempre con una breccia, una falla che consente di rendere la cosa luminosa, di dare un risvolto verso la luce e la vita.” Il racconto di Hers scandisce il ritmo del dolore che allenta la sua morsa con un sorriso, una passeggiata, una cena in allegria, un abbraccio tra David e Amanda. Ed è questa tenerezza che segna il lungometraggio che affronta sì la perdita, ma l’affronta guardando sempre alla vita. Amanda rappresenta la Francia di oggi, segnata e dagli eventi, ma anche un inno alla sopravvivenza e all’amore.
Prima della sua scomparsa, Sandrine aveva pianificato un viaggio a Londra, per andare a trovare la propria madre insieme ad Amanda e a David, in occasione del torneo di tennis di Wimbledon, passione di David e Amanda. Sarà questo viaggio, quasi catartico per zio e nipote, a far riavvicinare tutti.