di Ali Benjamin
Suzy Swanson sa un sacco di cose che gli altri non sanno. Sa che ogni anno sulla Terra 150 milioni di persone vengono punte da una medusa. Sa quanto dormono le formiche ogni giorno. Ma, soprattutto, sa di avere fatto una cattiveria tremenda alla sua ex migliore amica, Franny Jackson. E vorrebbe tanto poter rimediare. Però sa anche che è impossibile, perché la vita di Franny è stata spezzata all’improvviso mentre nuotava nello splendido mare d’estate. Suzy non si dà pace e si convince che la causa sia stata la puntura di una rara medusa. Mentre decide di non parlare più fino a quando avrà dimostrato la sua teoria, Suzy comincia a guardarsi attorno con occhi diversi che le rivelano piccole sorprese e piccoli gesti, oltre all’amore e alla speranza di cui ha disperatamente bisogno per riuscire a perdonarsi.
E’ un romanzo scritto come fosse un diario terapeutico per lenire la disperazione dettata dall’ impotenza. A questo mondo si muore per una qualsiasi causa, a qualsiasi età e nessuno può intervenire. Vi si affronta un tema terribile con tutte le domande che sorgono in Suzanne, coetanea di Franny, teenager che non riesce ad accettare quella scomparsa perché a dodici anni ci si sente sì fragili ma anche invincibili. Invece, è calato il buio. Soprattutto, è il senso di colpa ad attanagliare il suo cervello che cerca spiegazioni dell’accaduto. Per quella volta in cui le cose sono andate male, per l’invidia provata verso un’amica più popolare, per essere «una che in questo mondo è fuori posto» e per avere una sensibilità verso la natura e gli animali che gli altri considerano ridicola.
L’autrice del romanzo si descrive come una che da bambina passava ore a cacciare insetti e rane e la sua protagonista ha molti tratti in comune con quel suo passato d’infanzia. Le passioni scientifiche sono dure da far digerire ai propri compagni: quel che prova Suzy dev’essere simile a ciò che sperimentano tutti i giorni a scuola gli alunni e le alunne che hanno una marcia in più.